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Confindustria chiede al Governo le riforme, per esempio l’innalzamento dell’età pensionabile. Per voi quali sono le riforme più urgenti?

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46 Commenti

  1. DOMENICO STRAMERA il 8 July 2009 alle 8:27 am

    Obama – Berlusconi – partecipanti al G8
    E’ questa la vera e possibile sfida su cui concentrare gli sforzi e l’inventiva finanziaria ed il Business del futuro.

    Le nuove tecnologie hanno messo in atto la globalizzazione, i nuovi mezzi di comunicazione consentono ai cittadini del mondo di comunicare e scambiarsi dati ed effettuare transazioni in tempo reale.

    È impensabile non utilizzare tali sistemi, anche se questi comportano dei rischi, la tecnologia non può, e non tornerà indietro, annullati i confini è necessario a questo punto nell’interesse generale mondiale creare regole e leggi comuni che impediscano ai più intraprendenti e spregiudicati (da ogni parte nel mondo) di commettere atti che danneggino le comunità e i soggetti.

    In un sistema basato su diritti e doveri, la tutela della proprietà e dei diritti elementari comporta la necessità di tutte le nazioni, della creazione e rispetto di regole comuni.

    L’inquinamento, problema mondiale, non può prescindere dall’accordo di tutti gli stati del pianeta, lo stesso potrà essere salvaguardato se tutti gli Stati assumono comportamenti virtuosi.

    La crisi può essere una possibilità di riorganizzazione del mondo, nella considerazione che non potrà esservi serenità e sicurezza a discapito degli Stati oggi più deboli.

    Sarà necessario decidere una distribuzione contrattuale e trasparente del risparmio mondiale, utilizzando parte di tale risparmio per la crescita dei paesi del sud del mondo, in modo da innescare processi economici – capitale – tecnologia – lavoro – sviluppo, che consentano anche a questi paesi di aumentare con il lavoro, la produzione della ricchezza e il loro tenore di vita, innescando a sua volta processi di risparmio e di reinvestimento.

    Non possiamo, pensare che il capitalismo finanziario si moralizzerà da solo, il controllo della finanza è una prerogativa della cosa pubblica e non può essere lasciato, anche solo in parte al settore privato e nemmeno ad un solo o ad alcuni governi che potrebbero imporre norme conformi ai propri interessi ma dannose per gli altri.

    Le banche e i mercati finanziari sono strumenti essenziali al progresso ed alla civilizzazione, queste permettono di trasferire, ricevendo in cambio di interessi o dividendi, il risparmio verso coloro che possono utilizzarlo al meglio.

    La crisi pone il problema dell’ utilità del sistema bancario/finanziario cosi come concepito, esso ha effettuato una confisca in modo legale “onesto” non violento a discapito dei risparmiatori cittadini ed imprese.

    Il 1989, dopo la caduta del muro di Berlino, apre al commercio ed all’economia di mercato il continente, entrano nuovi paesi industrializzati tra i quali Cina ed India, la globalizzazione non è però accompagnata dall’indispensabile “Stato di diritto” dilaga, la liberalizzazione dell’economia senza contromisure e regole.

    I profitti del settore finanziario aumentano fino a raggiungere il 40%

    Ricchezza sempre più accaparrata da un piccolo gruppo che pretende il 20% sui capitali investiti basato su prestiti a tassi sempre più bassi, mentre i salari ristagnano.

    Per consentire l’incremento del debito la FED Americana diminuiva i tassi di interessi portandoli addirittura per un periodo a costo zero per le banche, questo ha permesso alle banche americane di concedere alle aziende, ai fondi d’investimento ed ai singoli, ulteriori prestiti permettendo ulteriori indebitamenti per aumentare i consumi e spingendo i patrimoni al rialzo.

    Alcune istituzioni finanziarie proponevano assicurazioni contro i rischi (asset – baked security) obbligazioni negoziabili e trasferibili emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione, mentre altri assicuratori inventavano astuti strumenti per nascondere ai risparmiatori i rischi di questi ed altri prodotti finanziari, si è aperto in questo modo un commercio di valore inestimabile di cui ancora oggi si fatica ad avere dati, i cosiddetti “titoli tossici e/o spazzatura” il cui solo fine era quello di truffare i risparmiatori e ottenere somme enormi – sotto forma di premi e di bonus, trasferiti poi nei paradisi fiscali.

    Questa crisi è l’occasione per comprendere come un piccolo gruppo di persone, senza produrre ricchezza, abbia potuto accaparrarsi nella più completa legalità e senza essere controllato da nessuno la gran parte della ricchezza prodotta, sotto forma di premi e bonus – facendo pagare i suoi formidabili profitti ai contribuenti, salariati, consumatori, imprenditori di tutto il mondo, obbligando poi gli Stati a trovare in pochi giorni, per riempire i vuoti delle loro casse, delle somme di denaro mille volte superiori a quelle che gli stessi governi rifiutano ogni giorno ostinatamente ai paesi più svantaggiati che muoiono di fame nel resto del mondo.

    Queste considerazioni devono costituire, il principale motivo di creazione delle nuove regole affinché questo non si ripeta perché se questo è legale, allora il sistema che permette tale aberrazione non ha più alcuna ragion d’essere.

    Bisogna ridare fiducia alle collettività le quali hanno preso coscienza del peso dell’insostenibilità del debito amplificato artificiosamente, tutti cercano di uscire liquidizzando i loro risparmi, lo stesso è pero sostenuto solo da loro, provocando un effetto di panico, tutti rifuggono ed il sistema finanziario si blocca e finisce per asfissiare l’economia creando recessione e depressione.

    Intervengono a questo punto i governi i quali forniscono denaro pubblico alle banche.

    Nessuno però, può essere lasciato libero per conseguire i propri interessi a scapito dei nostri discendenti.

    I mercati sono dominati da chi controlla i mezzi di produzione, in particolare da quelli che possono assegnare i capitali in funzione delle informazioni di cui dispongono o creano o condizionano le scelte politiche al loro esclusivo interesse.

    Di qui l’importanza del controllo, che non può essere delegato né ridotto al minimo, e deve essere gestito senza cedere alla pressione del mondo finanziario.

    La crisi comincia infatti, quando i regolatori lasciano briglia sciolta ai finanzieri, e rappresenta la manifestazione dell’incapacità del sistema di garantire il finanziamento equilibrato all’economia.

    La democrazia ha bisogno del mercato perché non ci può essere libertà politica senza libertà economica.

    Il mercato e l’economia si rafforzano reciprocamente.

    Una regolamentazione planetaria incessantemente rimessa in discussione, dovrebbe permettere di anticipare gli squilibri e evitare poi che i fondi pubblici siano usati per ricapitalizzare le banche.
    L’avvento delle nuove tecnologie ha sconvolto i sistemi di informazione a livello planetario, i bisogni e le aspirazioni del mondo occidentale sono diventate le aspirazioni dei paesi in via di sviluppo.

    I paesi occidentali non possono continuare ancora per molto a depredare le risolse planetarie, occorre organizzare e regolamentare una gestione sovranazionale ed avviare grandi opere per orientare la crescita ecologicamente sostenibile del pianeta.

    E’ questa la vera e possibile sfida su cui concentrare gli sforzi e l’inventiva finanziaria ed il Business del futuro.

    Rispetto della casa comune IL PIANETE TERRA nella considerazione che è possibile fare impresa e utili in modo etico per il bene e lo sviluppo di tutti, le conoscenze tecnologiche attuali ed altre che potranno essere inventate e sviluppate, lo consentono.

    Il mercato non è né infallibile né giusto e nemmeno efficace – ha bisogno della democrazia dello Stato, per proteggere i diritti di proprietà, la libertà individuale, intellettuale ed imprenditoriale, e per sfruttare pienamente i mezzi di produzione e le potenzialità dei PAESI, se si creeranno le regole internazionali planetarie, potremo innescare lo sviluppo planetario.

    Bisogna però eliminare le transazioni finanziarie con coloro che non si adeguano a tali regole.

    Tutte le istituzioni/organizzazioni ed anche le banche rappresentano la burocrazia, a servizio della collettività, è necessario pertanto, intensificare i controlli affinché esse svolgano le loro funzioni a servizio della collettività e delle comunità in cui operano.

    Le stesse devono consentire lo sviluppo delle comunità nell’interesse generale, secondo il seguente principio “cresce il territorio ove le stesse operano aumentano i risparmi e gli investimenti e crescono le banche”

    Occorre limitare i profitti finanziari a livello di redditività reale dell’economie locali ed intensificare le funzioni di controllo e giustizia internazionale capaci di controllare e sancire ogni violazione di queste norme.

    Le banche non possono trascurare l’interesse della collettività e delle imprese perché a lungo andare la rovina delle imprese e della collettività potrà essere la loro rovina, il mondo ha bisogno di creatori, di innovatori ed imprenditori che possono assumersi i rischi imprenditoriali in tutta libertà, con il vincolo di non mettere in pericolo quella degli altri.

    Bisogna adottare su scala nazionale e planetaria un sistema di sostegno alla creazione di piccole, medie e grandi imprese, sviluppare la creazione di reti di comunicazione che permettano di formare il massimo numero di attori economici.

    L’Italia ed i paesi altamente indebitati non possono barricarsi dietro l’euro che potrebbe essere rimesso in forse dal rifiuto dei paesi più virtuosi meno indebitati di sostenere i paesi più lassisti.

    E’ necessario che l’Italia programmi il proprio futuro eliminando gli ostacoli alla crescita ed allo sviluppo quali: la mancanza di infrastrutture, lo snellimento della burocrazia e della giustizia, creazione di regole certe basilari per lo sviluppo delle imprese e dell’ economia certezza dei tempi e certezza dei costi per le opere pubbliche e private.

    Domenico Stramera
    domenico@greenphilosophy.eu

  2. Tyler il 29 May 2009 alle 6:38 pm

    Confindustria vuole innalzare l’età pensionabile ?
    Facciamo mente locale.
    – I giovani di oggi non prenderanno la pensione, o questa comunque sarà ridicola. Quindi per noi giovani non è un problema l’età pensionabile.
    – Coloro che stanno per andare in pensione, soprattutto dopo anni di lavori usuranti, non saranno d’accordo.
    Per mettere d’accordo tutti, ci vuole un nuovo patto sociale, dove a fronte di questo nuovo sacrificio di quelli che stanno per andare in pensione, la Confindustria ed altre organizzazioni similari accettano come contrappeso una modifica di quella parte del diritto comune che prevede il ripristino del vecchio articolo 2621 del codice civile, una seria legge sulla class action, controlli sulla gestione dei fondi pensione privati, ed altre iniziative che evitino che i controllati (le società di capitali) si vadano a scegliere i controllori.
    Se si chiedono sacrifici bisogna cedere in cambio credibilità.

  3. enrico il 26 May 2009 alle 5:05 pm

    Sono almeno 20 anni che si parla di riforme; in tutti questi anni (parlo da imprenditore) nel gestire l’attività ho solo visto aumentare le difficoltà operative ,in tutto; dal rapporto con il fisco , la burocrazia ovunque e costosa , miliardi di regole da rispettare , pagare sempre in anticipo tasse su mancati incassi , richieste di adeguamenti con cartelle pazze, fallimenti etc..

    Parlare di riforme è illogico visto che gli apparati statali lavorano nella sostanza per peggiorare la situazione economica.
    I re non si fanno mai le leggi contro

  4. Ultimo il 23 May 2009 alle 8:46 am

    Carino il commento di Laura ( il 22 May 2009 alle 9:13 am ).

    Tutti a proporre ricette magiche su come risolvere i problemi italiani e nessuno che menziona il fatto che se una nazione va peggio delle altre un (bel) po’ di colpa la devono avere anche i suoi abitanti.

  5. salvatore fabrizio il 22 May 2009 alle 10:43 pm

    Che fine faranno i nostri commenti? Qualcuno li leggerà? Ammiro e ascolto e seguo Mineo per il suo lavoro e considero Rainews24 la frontiera dell’informazione in questo piccolo grande Paese (magnifico e terribile, così come Alberto Abruzzese definisce Napoli), che è l’Italia.
    Quale sorte, dunque, Mineo, riserva a quello che stiamo scrivendo QUI?
    salvatorefabrizio Perugia (afosa?)

  6. caiovr il 22 May 2009 alle 10:35 pm

    Io sono d’accordo che la flessibilità nel mondo del lavoro può essere una risorsa anche per gli stessi lavoratori perché se il mercato è flessibile è più facile trovare un nuovo lavoro qualora lo si sia perso, in quanto l’azienda non vive come un grande “rischio economico” una nuova assunzione.
    C’è però un errore di fondo in ciò che è stato fatto con la flessibilità in Italia che si è trasformata in precariato…
    Penso che il lavoro a tempo determinato dovrebbe costare molto DI PIU’ del lavoro a tempo indeterminato (più salario per il dipendente e contributi in più per l’azienda).
    In sostanza se un’azienda ha una commessa per cui le servono lavoratori in più ma non è sicuro che poi la commessa si ripeterà, è giusto che possa assumere lavoratori con cui poi chiude facilmente i rapporti. Ma questi lavoratori dovrebbero essere pagati meglio dei dipendenti “fissi”.

    Invece qui succede il contrario, la parte più debole (lavoratore non assunto indeterminato) è spesso penalizzato economicamente da contratti ridicoli e l’azienda ha tutto l’interesse a precarizzare il più possibile.
    Ciò naturalmente poi ha ripercussioni nel medio (ma direi breve) periodo in quanto questa massa di precari è la stessa a cui nessuna banca concede un mutuo per acquistare una casa o una macchina e poi ci si lamenta perchè il mercato immobiliare è fermo, crisi dei consumi ecc ecc. per cui per le aziende in realtà avranno comunque ripercussioni negative, ma come si sa l’imprenditore (giustamente) cerca di ottenere il massimo con il minimo investimento e questo è normale. Sarebbero i governi a dover gestire queste problematiche in maniera più lungimirante ed equilibrata.
    Se almeno il precario è pagato meglio forse non otterrà comunque il mutuo ma senz’altro condurrà una vita migliore di quella che vediamo fare a tanti giovani laureati o meno…

  7. rodolfo il 22 May 2009 alle 7:49 pm

    Pure la confindustria la mena con la gerontocrazia e cioè continuare a tenere i vecchi nei posti di lavoro dove si comanda, perchè dove si fa il culo non ci stara mai.Il problema di questo tipo di pensiero è che siamo governati da gente vecchia in partenza.

  8. MaxMax il 22 May 2009 alle 5:33 pm

    Il problema delle pensioni viene “volutamente” affrontato in modo poco chiaro e “pseudo-terrorista”.

    La sostanza è che nella vita lavorativa vengono versati dei contributi.

    Questi contributi dovrebbero essere rivalutati per compensare “l’inflazione reale” ad esempio almeno al tasso BCE, o quello dei BOT o meglio ancora al tasso Euribor.

    PRIMA FREGATURA
    Questo non è vero poichè il tasso di rivalutazione si basa sulla inflazione programmata che è un ridicolo indicatore politico (diciamo pure un furto).

    Quindi una volta terminata la vita lavorativa il capitale accumulato comincia ad essere erogato.

    SECONDA FREGATURA.
    L’ammontare della erogazione mensile è stabilito in base ad un coefficiente il cui valore tutto è meno che qualcosa di reale ed è scorrelato sia dal livello retributivo raggiunto prima della pensione che e soprattutto dalla quantità di contributi effettivamente versata.

    LA MIA PROPOSTA E’
    I contributi versati vanno rivalutati in base a forme di investimento sicure (non come il secondo pilastro Lehman Brothers o Bear Stern) ad esempio mediante l’acquisto di obbligazioni emesse dalla Banca Centrale Europea (o delle BEI se preferite).

    Quindi si lascia la libertà di scelta sulla data in cui si vuole andare in pensione: se si va presto la erogazione mensile sarà più bassa, se si va più tardi, più alta (e questo calcolo deve essere noto ORA e non cambiare ad ogni nuovo governo!).

    In caso di morte prematura del pensionato L’INTERO CAPITALE RIMANENTE verrà erogato in una unica soluzione agli eredi (e non il 60% al consorte come accade ora).

    In questo modo il sistema pensionistico è completamente sostenibile ed i soldi versati come contributi realmente erogati.

    Altrimenti possiamo chiudere il sistema pensionistico e che ci ridessero i nostri contributi (prima che spariscano in qualche meandro del fallimentare bilancio dello stato italiano)

  9. Alex il 22 May 2009 alle 3:41 pm

    1) serio e costante sostegno alla famiglia con figli: figli = futuro. (vedi la Francia) con misure fiscali (deduzioni-ISEE-IVA prodotti x famiglia tipo pannolini) e contributi (nascita figli, scuola, sport, auto con più di 5 posti). Se la famiglia spende l’economia riparte. (vedi art 31 della costituzione debitamente ignorato)

    2) sostegno alle piccole medie imprese: ridurre cunoe fiscale; ridurre IVA sulle spesa della sicurezza; incentivi a progetti di sviluppo – ricerca; incentivi x finti rinnovabili. (più impresa = più economia.

    3) I tassi bancari fuori mercato. I tassi massimi delle banche devono essere decisi dallo stato. I tassi per acquisto-ristrutturazione-manutenzione-costruzione della prima casa e investimenti piccole medie imprese devono essere statalizzati. I CCB-bancomat-carte sdi credito a costi zero.

    4) Investire nella ricerca. Finanziare progetti di ricerca e sviluppo con le università, coinvolgendo le grandi imprese virtuose nei settori trainanti dell’economia italiana.

    5) ridurre drasticamente i costi della politica. Meno soldi x i parlamentari. Se uno vuole fare il politico non lo fa x soldi! Eliminare le provincie-le comunità montane-enti unitili del mezzogiorno. Badge x tutti i dipendenti pubblici! compresi i politici. Chi non va in parlamento-consiglio-giunta che sia non deve essere pagato! Chi ha problemi con la giustizia non deve fare l’amminitratore-parlamentare…

    6) Ridurre tempi della giustia… i giudici devono essere pagati in base alle cause decise! Gli avvocati devono essere pagati in base alle cause vinte!… la figura del PM deve sparire. Il lavoro ispettivo deve essere affidato alle forze dell’ordine. Unificare le forze dell’ordine. I giudici devono rispondere delle cause troppo lunghe per danno. I soldi ce li mettono loro e non lo stato. I tribunali inefficienti devono essere chiusi. I giudici che esprimano idee politiche licenziati in tronco.

    7) lavori pubblici: investire seriamente in strutture scolastiche-strade-ferrovie. Le imprese che fanno riserve, che fanno casini, che non rispettano i termini radiate!

    Ecco la soluzione!

  10. yuza il 22 May 2009 alle 3:02 pm

    elenco riforme urgenti :

    1. una velina per ogni maschio italiano e non solo per il presidente o i calciatori (cosi’ si risollevano gli acquisti perche le veline vanno mantenute : regali, viaggi, vestiti …. e in + si risolleva qualcos’altro);

    2. viagra gratis senza ricetta per tutti i bisognosi (per il motivo di cui sopra);

    In sostanza : le riforme serie i cittadini italiani le chiedono da 60anni ma non le hanno mai realizzate, quindi è + facile che i politici facciano riforme “demenziali”…..

  11. DOMENICO STRAMERA il 22 May 2009 alle 2:59 pm

    Nel rapporto Doing Business 2009 della Banca Mondiale, che redige una graduatoria dei paesi dove è più facile investire, i fattori considerati per la valutazione sono: le modalità di creazione d’impresa, i tempi e le procedure per un permesso di costruzione , le regole per l’assunzione dei lavoratori, i passaggi di proprietà, l’accesso al credito, la protezione degli investitori, l’efficienza del sistema fiscale, la facilità nel commercio internazionale, il funzionamento della giustizia per l’esecuzione giudiziaria dei contratti, le procedure di chiusura di un’impresa.

    I tempi della Giustizia sono un elemento di fortissimo trascinamento verso il basso per l’Italia, anche in tutti gli altri indicatori internazionali.
    Le ricadute negative sulla crescita del Paese, sul benessere dei cittadini, sono evidenti.

    Dal suddetto rapporto, uno dei principali freni allo sviluppo produttivo dell’Italia è dato proprio dalla lentezza dei processi, che genera incertezza negli scambi e scoraggia gli investitori.

    Il confronto che colpisce maggiormente in negativo è quello sul funzionamento della giustizia nelle controversie commerciali: siamo in 156esima posizione (su 181 paesi), addirittura dopo Etiopia, Zambia, Nigeria, Algeria, Congo paesi da noi ritenuti “terzo mondo”.

    Per quanto riguarda il carico fiscale e previdenziale sui profitti, e per la complessità del sistema tributario nazionale che impone alle aziende altri costi, in termini di competitività. «complessità degli adempimenti fiscali e contributivi» e «tempo necessario a gestirli», l’Italia si colloca all’ultimo posto nella graduatoria della Unione Europea e al 128° nel mondo, con una pressione fiscale complessiva tra tasse sul reddito societario, imposte sul lavoro e altre forme di prelievo che raggiungono il 73% degli utili.

    Siamo al 27° posto solo, nel chiudere un attività, unica posizione nei primi 30 della classifica.

    I problemi della Giustizia vanno affrontati, non nella prospettiva dei rapporti fra poteri dello Stato, ma come problemi di funzionalità complessiva del sistema PAESE.

    Ti crolla la casa, perché non sono state rispettate le norme sismiche.
    Ti hanno redatto un progetto sbagliato, le somme preventivate non sono più sufficienti.
    La tua concessione edilizia non viene rilasciata.
    La Pubblica Amministrazione non ti paga e non riesci a far fronte agli impegni assunti.
    Un funzionario non esamina la tua pratica.
    Non vinci un concorso perché era truccato.
    La banca ti chiede interessi usurai, e ingiustamente ti scrive alla Black List della Centrale Rischi della Banca d’Italia.
    Ti arriva una bolletta pazza e ti sequestrano la casa, l’auto o la moto.
    I funzionari non rispettano il codice di autodisciplina.
    Ti protestano un assegno a seguito del furto del tuo blocchetto, ecc..

    Problemi ai quali i cittadini/utenti o imprenditori si trovano spesso a far fronte.

    In un paese civile e democratico il cittadino si rivolge al Giudice, non potendo sopportare un simile sopruso!
    In Italia l’avvocato che istruisce la pratica, gli chiede un congruo acconto e poi gli dice:
    “ ne parliamo almeno tra cinque anni! “
    “Mi scusi, non posso aspettare 5 anni! Nel frattempo rischio di fallire!

    Mi dispiace non posso farci niente!

    Se diamo anche solo un rapido sguardo all’Italia di oggi, ci accorgiamo che il tema della giustizia, quale fattore primario che renda una società accettabile, vivibile, sana, è da tanti anni un problema di fondo sostanzialmente irrisolto.

    I tempi della giustizia sono oramai diventati biblici e le numerosissime cause di contenzioso civile, che possono coprire l’intera vita attiva di una persona, ed a volte oltre, producono effetti dannosi per il nostro paese, mal visto da imprese e dagli investitori esteri che ritengono poco affidabile il nostro sistema giudiziario, ed investono in altri paesi dove sanno di poter contare su un sistema giudiziario in grado di fornire risposte in tempi accettabili, elemento indubbiamente indispensabile per la competitività di una impresa sul mercato.

    La civiltà di un popolo si misura sul livello di funzionalità della giustizia, la quale, per funzionare ha bisogno di regole certe ed efficaci e della corretta applicazione delle stesse.

    “L’Italia, si legge nel rapporto, PricewaterhouseCoopers del 12 maggio 2009 possiede il più ampio patrimonio artistico a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco. Nonostante questo dato di assoluto primato a livello mondiale, il RAC, un indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco, mostra come gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 16 volte quello italiano.
    Il ritorno degli asset culturali della Francia e del Regno Unito è tra 4 e 7 volte quello italiano. A fronte della ricchezza del patrimonio culturale italiano, rispetto alle realtà estere esaminate, emergono enormi potenzialità di crescita non ancora valorizzate.”

    L’Italia è prima nel mondo per posizione geografica al centro del Mediterraneo, scrigno colmo di culture e tradizioni, per il mare, le sue spiagge , le isole che la circondano, il clima mite quasi tutto l’anno, la varietà delle sue coltivazioni ortofrutticole, vinicole, olivicole, la sua variegata gastronomia, il suo made in Italy, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, (maldestramente ma a volte anche egregiamente imitato,) che ha consentito all’Italia di primeggiare ed essere invidiata nel mondo per le sue peculiarità.

    Ovunque nel mondo l’Italia è sinonimo di cultura, tradizione, buona cucina, sole, mare, vacanze.
    Molti desiderano venire in Italia almeno una volta nella loro vita per trascorrere un periodo di vacanza, mentre altri desidererebbero trasferirsi per viverci definitivamente.

    L’Italia è dunque, una delle prime nazioni del mondo, una nazione che ha molto da offrire.

    I cittadini, soggetti ad una pressione fiscale complessiva tra tasse sul reddito societario, imposte sul lavoro e altre forme di prelievo che raggiunge il 73% degli utili, hanno il diritto di pretendere dallo Stato, servizi adeguati al sacrificio richiesto.

    Rivendicare oggi la centralità dei diritti e, tra essi, i diritti sociali, troppo spesso negati, significa riaffermare il concetto forte di civiltà moderna, mentre il loro accantonamento evoca scenari propri di società pre – moderna, addirittura barbarica.

    Domenico Stramera
    domenico@greenphilosophy.eu

  12. alessandro il 22 May 2009 alle 2:53 pm

    la riforma delle pensioni va bene se non saranno solo le generazioni di qui a venire a pagare per gli sprechi e i furti passati. utile mi sembra la parificazione delle donne ma solo se a questo corrisponde anche il pari accesso al lavoro (che di per sé vorrebbe dire molti punti di pil in più)

  13. Luca Loi il 22 May 2009 alle 1:58 pm

    16) Eliminazione della “personalità giuridica” dell’azienda.

    17)Introduzione della responsabilità legale e personale dei manager e dei sottoposti per quanto di competenza per danni causati a terzi nell’esercizio dell’attività.

    18) Tracciabilità di tutta la filiera alimentare e in estensione a tutti i prodotti vendibili.

    19) Adozione della direttiva SA8000 sulle procedure di lavoro e tassazione differenziata dei prodotti in vendita a seconda del rispetto delle norme di lavoro e del livello di impatto ambientale.

    20) Adozione di una politica energetica e alimentare di tipo diffuso, favorendo l’introdursi di rapporti diretti produttore-consumatore e sfavorendo tutti i livelli di intermediazione

    21) Abolizione degli ordini professionali e eliminazione della casta notarile attraverso certificazione a cura di qualsiasi funzionario pubblico.

  14. Luca Loi il 22 May 2009 alle 1:49 pm

    10) Creazione di una “camera dell’informazione” relativamente alla parte pubblica e elezione dei giornalisti su UNA sola rete pubblica con elezioni.
    11) Confisca immediata dell’attività per chi assume in nero e persone clandestine.
    12) Programma di emersione del nero, attraverso 1 anno di esenzione e studio specifico a cura di organismi settoriali regionali delegati, delle strategie di salvataggio di eventuali attività emerse ritenute rilevanti da strappare al nero e alle organizzazioni mafiose e criminali.
    13) A successione dell’emersione del nero, confisca di tutte le attività che persistono nell’ìllegalità.
    14) Confisca immediata e liquidazione di tutte le attività legate a organizzazioni criminali, già in primo grado, con possibile risarcimento in caso di sentenze di grado successivo.
    15) Ristrutturazione completa di tutte le procedure di appalto pubblico.

  15. Luca Loi il 22 May 2009 alle 1:43 pm

    1) Introduzione di una legislazione speciale (similare ai militari) per tutti gli amministratori pubblici, con pene pesantissime per tutti i reati di corruzione, concussione, abuso d’ufficio e interesse privato in atti d’ufficio
    2) Introduzione del vincolo di mandato.
    3) Trasparenza obbligatoria e vincolante per tutti i conti delle amministrazione e amministratori pubblici.
    4) Bilancio degli enti pubblici normalizzato e standardizzato, con enti di certificazione esterni e pagati da altro ente pubblico centrale non correlato.
    5) Potenziamento della Corte dei Conti con potere di veto e rinvio all’autorità giudiziaria obbligatoria per abusi e controversie economiche.
    6) Candidature a “squadre” con redazione di bliancio preventivo e impossibilità di sforanento per piu’ del 10%
    7) Impossibilità di candidarsi per qualunque candidato con rinvii a giudizio su attività attinenti al mandato e sospensione dell’attività se in essere.
    8) Equiparazione dei contratti pubblici con quelli privati.

  16. sancho il 22 May 2009 alle 1:13 pm

    Continuiamo a ragionare come se la politica avesse ancora il primato sull’economia, come se il lavoro avesse il primato sulla finanza.
    Sono i grandi finanzieri, le multinazionali, le grandi lobbies a determinare gli eventi: le crisi; le guerre; la prosperità ed il fallimento di intere nazioni e continenti; le grandi scelte sull’energia e lo sviluppo sostenibile; sull’agricoltura; sull’acqua. I politici sono solo dei camerieri!

  17. geronimo il 22 May 2009 alle 12:19 pm

    sono d’accordo, Simone, sono proposte che non saranno neanche prese in considerazione da chi ha la possibilità di decidere per noi, da chi ha il potere.
    La provocazione non è nelle proposte in sé, la provocazione risiede nel fatto che tutto ciò che “loro” non vogliono/possono fare è in realtà semplice e a portata di mano. E’ il buonsenso che guida le scelte migliori, non l’ideologia: guarda Obama, di certo non è un socialista, ma la situazione ha spinto lui a fare scelte che io definirei semplicemente sagge, naturali, obbligate, e gli americani a votarlo.
    Bisognerebbe che qualcuno portasse queste proposte alle elezioni.
    Un saluto

  18. sancho il 22 May 2009 alle 12:14 pm

    La nave sta affondando, ma nessuno pensa a tappare le falle!

    Molti si illudono di salvarsi buttando a mare la zavorra. I poveri sono la zavorra! Ma molti che si affannano a buttare a mare gli altri, saranno, molto presto, essi stessi zavorra da buttare a mare.
    Questa crisi studiata a tavolino dai padroni del mondo, sparirà, come d’incanto, quando riterranno che la dissoluzione morale e civile avrà toccato il fondo; quando la barbarie avrà raggiunto livelli mai sfiorati; quando avranno ridotto di qualche miliarduzzo la popolazione mondiale; quando ci faranno ammazzare l’un l’altro per un pezzo di pane.
    Fino a quando potranno contare sulla pace sociale, potranno infierire all’infinito. Tanto, ormai, se protesti sei un criminale, ed anche se non protesti sei un criminale, basta che sei povero.
    Per i pochi che si salveranno, quelli della cittadella fortificata e super difesa dei ricchi, il ministero della verità sta introducendo anche l’istituto dell’autoassoluzione: l’autodeterminazione all’innocenza. Basterà l’autocertificazione e nessuno potrà mandarli in galera.

  19. fabrizio il 22 May 2009 alle 11:09 am

    Ogni euro emesso a debito è causa e promessa di inflazione. L’inflazione erode potere all’euro. Ogni cosa si misura con il danaro e la povertà erode spazio al benessere. Non centrano nulla i salari! Colpevole è la politica monetaria ed il vivere al di sopra delle proprie possibilità! Sprechi e privilegi, cattiva gestione, investimenti sbagliati, evasione e corruzione, continuo indebitamento, ecc. Es. i 180.000 milioni di debito della fiat credete di non trovarveli nel costo delle auto, nei premi delle sue finanziarie, nei suoi appalti pubblici?

  20. marcello il 22 May 2009 alle 9:26 am

    Non finanziare i Comuni, Provincie e Regioni che entro un mese non hanno fornito un nuovo piano regolatore con aggiornamento triennale, E non sanatorie!!! E non generalizzare che è lo Stato che “NON FUNZIONA” ma principalmente controllare i Comuni, le Province le Regioni sui servizi erogati ai cittadini e imprese!

  21. SIMONE il 22 May 2009 alle 9:25 am

    Caro Geronimo, non ci siamo spiegati forse……..va bene tutto quello che dici, condivido in pieno, ma il problema è che l’ attuale politica non ha interesse a coltivare canapa o fotovoltaico quando lo Stato ormai è una enorme S.P.A. e CONFINDUSTRIA E POLITICI i maggiori azionisti……Va bene quello che dici ma partendo dal BASSO…..DAL POPOLO………….Bisogna prima rimuovere gli ostacoli altrimenti non ottieni nulla. Allora vedi che le tue sono proposte e non soluzioni……accettabili, condivisibili ma prima va fatto un altro passo più importante……MANDARE A CASA QUESTA GENTE…..VATICANO COMPRESO

  22. flavio il 22 May 2009 alle 9:20 am

    SECESSIONE E STATO VENETO

  23. Laura il 22 May 2009 alle 9:13 am

    Riforme???
    Come si può pensare alle ciliegine quando manca la torta???
    Ho 22 anni e sono allibita, da quando ho memoria mi sembra che si cerchi di mettere toppe su stoffa di carta. L’unica cosa da “riformare”, a mio parere, è la mente di 57 milioni di persone che stanno zitte davanti allo scempio che le legislature dagli anni 70 in poi stanno facendo. Da 8 anni siamo al limite (un limite senza confini, visto che sembra si giochi al ribasso).
    Siamo la barzelletta del mondo intero e, la cosa preoccupante, è che ci ridiamo su. Io provo tanta vergogna: mi vergogno del mio paese (non della sua storia, intendiamoci), mi vergogno della popolazione.

  24. Rosalba il 21 May 2009 alle 10:50 pm

    Condivido il commento vincenzo il 21 May 2009 alle 6:11 pm

    Una seria lotta all’evasione fiscale farebbe rientrare in Italia enormi capitali nascosti in società off-shore, oltre a quelli che rubano all’Erario dichiarando solo una parte dei propri incassi (commercialisti, avvocati, etc) L’evasione fiscale in Italia si stima sia intorno ai 110 miliardi. Da quando ha iniziato a governare la destra, gli studi dicono che è aumentata di 7-8 miliardi. In tempo di crisi economica è un delitto contro la persona rubare ai poveri per dare ai ricchi. Solo i pensionati ed i dipendenti a reddito fisso hanno la decurtazione a monte del salario percepito.

  25. Antony il 21 May 2009 alle 10:25 pm

    A proposito….volete sapere quale potrebbe essere la Riforma più urgente,quella che ci salverebbe tutti?
    La Riforma della classe Politica attuale…….
    ma nel senso di mandarli tutti al RIFORMATORIOOOOOOOO!!!!!!
    Sempre….. Un Operaio

  26. Antony il 21 May 2009 alle 9:22 pm

    Confindustria ha rotto i cosiddetti con questa storia dell’innalzamento dell’età pensionabile…..ci vogliono
    far lavorare fino a quando usciamo dalla raffineria in
    ORIZZONTALE,così non becchiamo nemmeno la pensione…
    E che, se ti guardi in giro nei posti di lavoro,ti accorgi
    che ci sono un mare di pensionati che sono stati richiamati
    dall’azienda perchè la stessa non ha personale in grado di
    eseguire lavori specializzati.
    Con questo Precariato hanno ucciso una generazione di
    giovani,non hanno dato loro la possibilità di formarsi
    sul lavoro.Li hanno usati come braccianti soltanto alla
    bisogna e li hanno lasciati senza mestiere.
    Tutti gli Idustriali hanno LUCRATO sulla Legge Biagi.
    Ora si ritrovano con il c… per terra perchè non hanno gente
    che sa lavorare.Ma,come si sa, anche i pensionati alla Fantozzi sono destinati a finire.
    La verità è che se non cominciano ad assumere a tempo indeterminato e a formare i giovani,(magari con l’aiuto di
    qualcuno di questi pensionati che ci sono ancora) molte aziende
    saranno costrette a chiudere.Verrebbe da dire “BEN TI STA”.
    Voglio dire un’ultima cosa…..Le Riforme devono essere migliorative per tutti,non peggiorative per alcuni…
    Tanto và la gatta al lardo che ci lascia lo zampino….

    Un OPERAIO

    a

  27. Aldo il 21 May 2009 alle 9:13 pm

    Io farei la riforma della Guardia di Finanza. Nel senso che formerei una task-force composta da giovani disoccupati incazzati alla ricerca di evasori fiscali. Tre piccioni con una fava: aumento del gettito fiscale, abbassamento delle tasse e lavoro per chi non ce l’ha.

  28. sancho il 21 May 2009 alle 6:56 pm

    In realtà, non ci manca nulla fuorché il denaro, che non è di per se un bene di consumo!

    La crisi è stata sostanzialmente generata dai bassi salari, che, da un lato, hanno consentito a banchieri ed imprenditori grandi profitti, e dall’altro ad alimentare il sistema del debito, che ha costituito l’anima della “finanza creativa”, e che, alla lunga, è crollato con effetto domino.
    Agli operai dicevano:”ti pago poco, però ti faccio avere tutto con mutui e leasing”. In conclusione, si produce tanto ma non c’è gente che ha la possibilità di comprare.
    Come si esce dalla crisi? Non certo foraggiando le banche ed i grandi prenditori, come stanno facendo, col solo risultato di alimentare il debito pubblico che pagheremo tutti. Perché è vero che le banche e le fabbriche falliscono, ma i banchieri realizzano ed i managers continuano ad arricchirsi.
    Occorrerebbe che i denari, gli aiuti statali, vadano nelle tasche di chi li spende per vivere o sopravvivere: agli operai, ai disoccupati, ai pensionati.
    Non è solo una questione di giustizia sociale, ma l’unico modo di far ripartire l’economia reale!
    E’ inutile che costruisci macchine che costano poco se, poi, la gente non ha neppure quel poco per poterle comprare.
    Gli effetti peggiori di questa crisi devono ancora venire, e se continuano così, saranno responsabili di un cataclisma economico, sociale, morale di immensa portata.
    Credo che pensino di risolvere tutto alimentando la guerra dei poveri e criminalizzando la povertà!

  29. geronimo il 21 May 2009 alle 6:18 pm

    bhe insomma credevo che qui si postassero proposte concrete per risollevarsi dalla crisi economica, non proclami, invettive o analisi politiche.
    Detassare tutto, scaricare tutto, fare le guerre mondiali… a proposito: la 2^ guerra mondiale diede impulso alla grande industia e a cascata a tutto ciò che oggi chiamiamo indotto, bhe la nostra guerra da combattere è già in atto, e si chiama salvaguardia dell’ecosistema. Se volessimo riconvertire tutto ciò che producendo inquina metteremmo in circolo quantità enormi di denaro.
    Io resto della mia idea:

    1) riconversione di tutti gli impianti industriali in impianti sostenibili.
    2) reintroduzione delle coltivazioni di canapa tessile (da cui si ottiene praticamente tutto), i cereali si mangiano, non ci si fa il combustibile.
    3) costruzione di impianti fotovoltaici, eolici (italianostra vada a rompere le scatole da qualche altra parte), e ricerca sull’idrogeno. Gli impianti nucleari (e gli inceneritori) li vogliono i matti.
    4) dimezzamento dei parlamentari. Stipendio di parlamentari sottosegretari portaborse e assistenti: 3.000 euro al mese (e si lavora 4 settimane al mese, 11 mesi all’anno).
    5) abolizione dei cerimoniali di stato.

  30. vincenzo il 21 May 2009 alle 6:11 pm

    UNA VERA LOTTA ALL’ EVASIONE FISCALE.
    COSì anche i ricchi capiscono che BISOGNA avere buone leggi visto che dovranno pagano anche loro la cattiva politica.

    L’EVASIONE FISCALE obbliga il reddito fisso a pagare per loro

  31. nino il 21 May 2009 alle 4:30 pm

    sono pienamente d’accordo con davide

  32. SIMONE il 21 May 2009 alle 4:13 pm

    Introdurre immediatamente un modello Socialista….VERO PERO’,,,,,POLITICA DAL BASSO….è l’unica garanzia che la programmazione politica venga attuata per il BENE DEI MOLTI ..E NON DEL VANTAGGIO DEI POCHI. STOP…..STOP ALLE PRIVATIZZAZIONI……A Roma si sta tentando di privatizzare le FARMACIE COMUNALI……RINNOVAMENTO GENERALE DELLA POLITICA….STANTIA DA TROPPI ANNI E TRACIMANTE DI INTERESSI DELLA STRETTA CERCHIA…..ABOLIZIONE TOTALE DELLE TASSE PER L’ ANNO 2009 compensandole con ESPROPRI DEI GRANDI TRUFFATORI E SPECULATORI…….INIZIARE DA SUBITO AD ATTUARE UNA POLITICA GOVERNATIVA DI STAMPO TEDESCO……IL CITTADINO è LO STATO….E LO STATO è PER IL CITTADINO

  33. soviet65 il 21 May 2009 alle 3:57 pm

    L’unica Soluzione………..
    Una Guerra Mondiale……….. e ve ne spiego il perchè……
    In questo periodo stiamo assistendo allo stesso scempio dell’economia e della società come durante la crisi del 29……..
    Vi ricordo, e questo gli esperti di economia lo sanno, che non fu il New Deal di Roosewelt a risollevare le sorti dell’economia mondiale ma la seconda guerra mondiale che diede modo ai paesi produttori di materiale di consumo e armi (Stati Uniti in testa) di convertire le produzioni obsolete in nuove e di esportare l’eccesso nei paesi distrutti per poter ricostruire.
    Di questi benefici ne abbiamo goduto per 40 anni fino alla prima crisi culminata con le guerre in Jugoslavia e la prima guerra del golfo.
    Bush ha cercato di fare come Roosewelt con la seconda guerra del golfo, il cui obiettivo primario non era l’Iraq ma bensì, come tutti sanno e nessuno vuol dire, l’Iran. In questo modo avrebbe dato fuoco all’intera polveriera mediorientale. Da questa guerra doveva nascere un nuovo ordine in cui i due paesi amici degli Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita, si sarebbe spartite le relative zone di influenza.
    Purtroppo gli hanno messo i bastoni tra le ruote i Cinesi, che detengono più del 50% dell’intero debito pubblico americano pari a circa 4,5 miliardi di dollari. La Cina considera il Medio Oriente come l’Area delle risorse primaria. L’area delle risorse secondaria è la Siberia…
    In queste due zone si concentra più del 50% delle risorse dell’intero pianeta, e trovandosi in Asia, continente sotto l’influenza Cinese e adesso anche Indiana, non gli va molto a genio che gli americani vengano a comandare in casa altrui….
    La Cina è la vera forza emergente ed è il paese numero uno per quanto riguarda l’economia. A seguito dello sgarbo dei cinesi, gli americani hanno cercato di porvi rimedio consentendo lo svilupparsi di questa crisi per ridurre l’influenza di questo paese emergente nell’economia mondiale. Facendo questo si sono tirati la zappa sui piedi… come si suol dire… e tutti ne paghiamo e ne pagheremo le conseguenze…….
    Non possiamo più consentire che un paese di 350 milioni di abitanti prosciughi il 50% delle risorse di questo pianeta….
    e i cinesi sono stati i primi a capirlo…..

  34. davide il 21 May 2009 alle 3:04 pm

    le tasse vanno abbassate.

    le persone devono poter scaricare tutto.

    il bollo auto va tolto.

    il canone rai va tolto.

    le assicurazioni vanno abbassate.

    si devono incentivare le ecoenergie.

    berlusconi deve espatriare.

  35. fabio il 21 May 2009 alle 2:37 pm

    E’già finita; inquinamento alle stelle per produrre oggetti inutili e cibo di pessima qualità, incentivi pubblici per produrre auto; debito pubblico fuori controllo e corruzione sempre più elevata, altro che Titanic!!!

  36. fulminante il 21 May 2009 alle 1:50 pm

    Ci sono piu’ di quattromila invenzioni bloccate dal governo americano e dai servizi segreti . Quelle invenzioni cambierebbero il mondo ma i controllori che sarebbero i Bildebergers (il gruppo che si e ‘riunito in questi giorni in Atene ) non rilasceranno mai quelle invenzioni perche’ libererebbero il pubblico dalla schiavitu’ alla pompa di benzina . Perche’ i giornali italiani non hanno coperto questa riunione di coloro che complottano contro i cittadini del mondo ? Perche’ i mass media italiani non parlano degli italiani presenti a questa riunione segreta ? Per la lista dei partecipanti italiani andate a questo sito .
    http://www.prisonplanet.com/bilderberg-2009-attendance-list.html

    Per il trattamento di un gionalista del Guadian a questo sito

    http://www.guardian.co.uk/news/blog/2009/may/19/bilderberg-skelton-greece

    Io penso che questa crisi e’ artificialmente creata per lo scopo di controllare piu’ le persone e la societa’.
    Il sistema economico non funziona in ogni modo e a bisogno di continue guerre per sopravvivere . Un cambiamento della societa’ con le nuove invenzioni sarebbe un passo nella giusta direzione .

  37. Giampiero il 21 May 2009 alle 1:42 pm

    Bisogna agire su 3 fronti:

    1. Lotta all’evasione ed elusione
    a. il cittadino deve avere la possibilità’ di scaricare fiscalmente qualsiasi cosa
    b. pene severe e certe

    2. Incentivi economici
    a. detassare gli investimenti in ricerca e sviluppo nelle imprese
    b. detassare le imprese che assumono a tempo indeterminato
    c. aumentare la tariffa oraria minima per i contratti a termine
    d. detassare le imprese e persone che investono nelle energie rinnovabili
    e. incentivare le riqualificazioni edilizie e tecnologiche

    3. Riforma del codice civile e penale, cercando di
    a. minimizzare i tempi della giustizia
    b. eliminare la prescrizione
    c. pene certe

  38. Betta il 21 May 2009 alle 1:33 pm

    1)Via tutte le caste.
    2)Riforma della giustizia (FORZA DI PIETRO!)

  39. salvatore fabrizio il 21 May 2009 alle 1:28 pm

    Basterebbe, e sarebbe bastato per non entrarci, che anche l’economia fosse, e fosse stata, gestita secondo principi di tipo etico e sociale. Fatto sta che questo è accaduto solo nei proclami. Ma non solo da parte dei politici, che restano, comunque, solo la rappresentazione finale dell’elettorato e, quindi, della cultura maggioritaria che li elegge.
    Pensiamo al principio di sussidiarietà, di cui si è “solo” parlato a proposito della riforma del titolo V della costituzione. Qualcuno di voi è veramente convinto che le persone, i cittadini, i politici, i banchieri e gli industriali, lavorino per la realizzazione del bene comune?
    Una volta che rsulta necessario ripristinarlo, questo bene comune, vi sembra logico pensare che le soluzioni arriveranno proprio da parte di chi ne ha decretato la fine? Non pensate che proprio loro (da chi fa la cresta sui rimborsi chilometrici fino a chi prende le mazzette per gli appalti)stiano pensando a tutt’altro che al bene comune? Ebbene, forse la soluzione potrà venire solo da qualche razza diversa dalla nostra. Magari da qualche altro pianeta, chissà…

  40. Marilisa il 21 May 2009 alle 12:47 pm

    “La crisi ha una componente psicologica molto forte, che se alimentata come paura puo’ contribuire a rendere la crisi piu’ profonda. Sono profondamente addolorato
    quando vedo che giornali, tv e opposizione continuano a cantare la canzone del catastrofismo e del pessimismo”

    Queste le parole del Capo del Governo stamattina all’assemblea di Confindustria.

    E queste quelle della Marcegaglia, nota esponente comunista e disfattista:

    Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia lancia un appello che suona come un monito per il Governo: la crisi è “violenta”, serve con urgenza il via libera alle infrastrutture pubbliche e un’azione forte per le riforme. “Un arco di tempo troppo lungo per non avere conseguenze negative sulla vita dei lavoratori e delle imprese e sulla stessa coesione sociale”

    CHE PENA!!!!

    Che ne sarà di questo Stato alla fine dell’attuale legislatura? Sempre che questa legislatura abbia fine.

  41. giulio arosa il 21 May 2009 alle 12:09 pm

    Era il 5 maggio quando Emma Marcegaglia, venuta a L’Aquila per un incontro con gli imprenditori locali, lancio’ una proposta: disponibilita’ ad investire nel luogo se si istituiva una sorta di zona franca con defiscalizzazioni ed agevolazioni.
    La proposta e’ molto interessante e raccoglie quella che e’ da sempre uno dei principi ispiratori della politica di reindustrializzazione dei Comitati Duesicilie che altro non e’ che la continuazione della proposta di politica economica di Federmediterraneo, l’ ONG fondata da Franco Nocella.
    Le zone franche di cui si chiede l’ istituzione si chiamano ZFILS ovvero, zone franche industriali di libero scambio. Il primo progetto di istituzione delle ZFILS e’ dei Borbone anzi, e’ merito del re Francesco II che ne previde una prima sperimentale a Nisida. Quel progetto avrebbe creato non pochi problemi di concorrenza a Inglesi e Francesi, e non se ne fece nulla solo perche’ i due infami imperi coloniali promossero la distruzione della nostra ricchezza ed indipendenza per mano dei massoni Piemontesi.
    Nel dopoguerra l’idea fu ripresa da Angelo Manna, altro illustre duosicilianista, che richiedese l’istituzione della zona franca a Napoli per combattere criminalita’ e contrabbando promuovendo libero scambio e occupazione legale. Ovviamente si preferi’ favorire la camorra, fingendo di mantenere la dogana che, per chi non e’ di Napoli ed ha letto Saviano, sa bene come funziona e soprattutto per conto di chi funziona.
    Dopo Angelo Manna la proposta e’ stata ripresa ed aggiornata da Federmediterraneo e Franco Nocella la porto’ anche all’ attenzione di senatori e ministri con una serie di incontri e riunioni anche presso i gruppi parlamentari di Camera e Senato. La ZFILS prevista da Nocella era estremamente semplice e poco costosa da realizzare: si trattava di realizzare o ristrutturare capannoni industriali in grado di fare magazzinaggio, montaggio e manutenzione, tutte attivita’ a basso impatto ambientale e soprattutto a basso costo di investimenti ma con elevato rendimento occupazionale.La ZFILS doveva essere aperta a investitori di tutte le nazioni CEE e del bacino mediterraneo. Le ditte aventi sede legale nella ZFILS avrebbero goduto dell’esenzione dell’ imposta sui redditi e sui dividendi per 15 anni.
    Seguendo la logica di tutelare realmente il nostro lavoro e quindi coerente con la politica di promuovere le condizioni oggettive per una concorrenza leale, la proposta di Franco Nocella prevedeva anche l’esenzione IVA per tutti i prodotti di provenienza e produzione CEE lavorati nella ZFILS, cosa prevista gia’ come agevolazione dall’ art. 14 del RITI (regime di IVA nelle transizioni comunitarie) e dal regolamento della Commissione Europea 1482/97.
    Come si vede esistono forma di protezionismo legali e gia’ previste, per quanto ne dicano i nostri economisti e gli eurocrati intoccabili.
    L’istituzione delle ZFILS e’ anche prevista dal trattato europeo e dalla legislazione nazionale che, sin dal 1951 ne aveva prevista una proprio per Napoli (proposta Manna). Una zona del genere e’ stata istituita a Madeira in Portogallo, qui da noi, a parte le battute della Marcegaglia, si parla di altro, si implora la FIAT di garantire i posti di lavoro, si protesta a casaccio nei programmi di pseudoinformazione televisivi e si imbrattano i muri.

  42. Artemisia Daldi il 21 May 2009 alle 12:06 pm

    Gentile redazione, grazie per questo solleticante quesito!

    Geronimo ha ragione, col suo sintetico pentalogo, in termini generali. Non si tratta di ideuzze di semplice realizzazione, in realtà: alcune si scontrano con abitudini e privilegi sedimentati, altre con pregiudizi catastrofici; tutte, infine, contro rapaci interessi consolidati e con cumuli giganteschi d’ignoranza.
    Nel mio piccolo, vorrei aggiungere qualche altro punto, continuando l’elenco di Geronimo:
    6) riduzione drastica dell’orario di lavoro, portandolo a un massimo di venticinque ore settimanali;
    7) riduzione dell’orario di trasmissione televisiva dalle attuali 24 ore a un massimo di 9 nei giorni feriali (tre al mattino, tre pomeridiane e tre serali) e 12 in quelli festivi;
    8) unificazione dei corsi di studio superiori in un triennio valido e obbligatorio per tutti (che spazi dall’istruzione tecnica alla speculazione filosofica fino alle lingue antiche) che dia poi spazio a bienni di specializzazione;
    9) proibizione della vendita di autoveicoli nuovi che superino la velocità di 110 Km/h e che consumino più di 5 lt per 100 Km;
    10) chiusura totale (senza deroghe se non d’emergenza sanitaria) al traffico privato di TUTTE i centri storici di TUTTE le città italiane;
    11) sospensione di tutte le licenze edilizie per nuove edificazioni per almeno cinque anni (o, almeno, fino al completo censimento degli immobili disponibili) con esclusione delle aree disastrate da eventi catastrofici.
    n) …etcetera

    Grazie davvero,
    Artemisia

  43. Marco il 21 May 2009 alle 11:40 am

    Per uscire dalla crisi prima tutti i politici dovrebbero uscire dal Parlamento . Forza Beppe , siamo con te .

  44. geronimo il 21 May 2009 alle 11:34 am

    1) riconversione di tutti gli impianti industriali in impianti sostenibili.
    2) reintroduzione delle coltivazioni di canapa tessile (da cui si ottiene praticamente tutto), i cereali si mangiano, non ci si fa il combustibile.
    3) costruzione di impianti fotovoltaici, eolici (italianostra vada a rompere le scatole da qualche altra parte), e ricerca sull’idrogeno. Gli impianti nucleari (e gli inceneritori) li vogliono i matti.
    4) dimezzamento dei parlamentari. Stipendio di parlamentari sottosegretari portaborse e assistenti: 3.000 euro al mese (e si lavora 4 settimane al mese, 11 mesi all’anno).
    5) abolizione dei cerimoniali di stato.

    …tanto per cominciare.

  45. Antonio il 21 May 2009 alle 11:33 am

    Ma insomma anche la Confindustria ci si mette sulla crisi che ancora non è finita, per il Governo, la crisi non c’era per sapere dopo qualche mese,per sua stessa ammissione che era passata, ora come passa una cosa che non c’era? La verità è che al Governo non gli interessa niente del paese se non la sua cosa, che si può racchiudere in una parola “Giustizia”. Si spera ardentemente che la finiscano di dire che hanno saputo prevedere la crisi, si ricordino che non tutti votano PDL.
    Cordiali saluti

  46. Ciro di Pozzuoli il 21 May 2009 alle 11:20 am

    purtroppo da tempo in italia c’è crisi di galantuomini e di persone oneste, noi a mio avviso noi usciremo dalla crisi per colpa dei politici della destra con una società disgregata e senza punti di riferimenti.


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