Rainews24 Rainews24

Per il sindaco di Casamicciola, “il finimondo”. Ma le frane a Ischia con persone, auto e cose sepolte dal fango sono solo l’ultimo episodio di una serie che, per restare solo al 2009, va dal recente disastro nel messinese alle voragini che si aprono in strada nel napoletano. Se poi si risale indietro di pochi anni, si scopre che ad Ischia, ad esempio, appena 3 anni fa una frana aveva investito una villetta a Pilastri, distruggendo un’ intera famiglia.

Per Guido Bertolaso, “la prevenzione è fondamentale. Fino a quando non faremo prevenzione seria in campo antisismico e del rischio idrogeologico dovremo continuare a confrontarci con questo genere di tragedie”.
Ma i soldi non ci sono, e se ci sono, forse, non portano consensi nel breve periodo.
L’Italia che brilla nel mondo per la sua Protezione civile è irrimediabilmente allergica alla prevenzione?

Condividi
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

Name (obbligatorio)

Email (obbligatorio)

Website

Inserisci il tuo commento

caratteri rimanenti

15 Commenti

  1. marco il 23 November 2009 alle 4:17 pm

    ma se non si può costruire in una zona , perchè continuano

    a costruire abusivamente?

    oppure non erano abusivi?

  2. Gino Piccaglio il 14 November 2009 alle 4:08 pm

    Qualcuno ha detto: ben venga l’emergenza, e che distragga il più possibile.

  3. gianna venezia il 12 November 2009 alle 9:32 am

    Sono stata a maggio a Ischia, non pensavo fosse cosi bella, è mostruoso che un’isola cosi bella ricca di una natura, sono molto ammaregiata, penso che non tornerò più a Ischia. Gianna
    Calzavara Venezia

  4. Salvatore (evangelista) il 12 November 2009 alle 9:18 am

    Dopo la frana di Giampilieri (ME), ora è il turno di Casamicciola: ma vogliamo smetterla di dare la colpa all’inquinamento, dato che l’anomalìa che sfugge ai più è l’enorme quantità di pioggia caduta dal cielo?

    Dispiace per le vittime, ma le calamità di quest’ultimo quinquennio sono l’adempimento dei “segni dei tempi” di cui parla Gesù in Matteo 24,7 – Luca 21,25 e Marco 13,8; infatti, tsunami, uragani, tifoni, alluvioni, eclissi, tempeste tropicali, siccità, carestia, pestilenze (virus h1n1) e terremoti pressochè giornalieri non sono affatto casuali, bensì essi sono gli eventi che precedono il ritorno di Cristo (che non ha nulla a che vedere con presunte profezie Maya) su cui il Vaticano tace per l’incredulità del clero romano!

    Eppure nessuno dei mass-media parla di queste cose, dato che il mondo è ormai “accecato” dalla religione (2^ Corinzi 4,4); tuttavia, ammettendo – ma solo per un attimo – che la bibbia non c’entri con questi fatti, dove sono le “grandi benedizioni” promesse dalla Curia di Napoli lo scorso 19 settembre, dopo l’ennesimo miracolo dell’ampollina magica di San Gennaro? Ischia è in Campania, mi pare, ma evidentemente i devoti del patrono partenopeo han dimenticato l’enfasi e le urla di giubilo dentro la cattedrale non appena Crescenzo Sepe ha annunziato che “san gennare ha fatte u miracolo”……!

    Stolti! Insensati! Idolatri! Ma quanto mai il sangue di un morto che si coagula e poi si scioglie viene da Dio? Lettore, vuoi capire che Gesù non è uno spettatore passivo su quanto accade e che presto Egli entrerà in azione su un mondo malvagio e corrotto? Vuoi capire che è tempo di tornare al vangelo e pentirsi davvero? Vuoi riconciliarti con Dio ede essere subito “salvato” (Atti 16,31)? Come credente non mi interessa se qualcuno mi darà del fanatico o dello jettatore (.), ma da cristiano schietto e sincero ho il dovere di ammonire questa società “drogata” dall’ateismo e “stordita” dal peccato e dall’idolatria religiosa, perchè i futuri flagelli apocalittici saranno ben più pesanti di queste frane! Cosa farà il ministro Bertolaso e company quando le calamità si abbatteranno simultaneamente sulla nostra nazione?

    Questo è vangelo, egregi signori, e pertanto siete liberi di farvi raggirare ancora dalla vostra visione personale della vita. Punto!

  5. Betta il 11 November 2009 alle 2:02 pm

    Le frane sono lo specchio della società malata.
    La cultura mafiosa ha reso il sud una tagedia per l’ITalia intera. Anzichè investire nel ponte forse sarebbe meglio investire sulle nuove generazioni, con la speranza che queste abbiano un giorno una mentalità diversa da quella dei loro genitori.

  6. tiziano il 11 November 2009 alle 10:17 am

    Questo è il risultato dei continui condoni edilizi e della super cementificazione voluti da Berlusconi e dal suo governo per favorire gli industriali e gli imprenditori edili che speculano.
    Siamo il paese più cementificato d’Europa, Vi piace?

  7. antonio il 11 November 2009 alle 9:54 am

    Signori perchè vi preoccupate ora, che l’Italia frana, questa è l’Italia del Cavaliere, l’Italia del piano casa o piano di fare scempio di quel che voglio, dello scudo fiscale, delle leggi ad personam, di chi addita gli organi di Giustizia come “comunisti” di chi usa i media ad uso e consumo proprio, di minzolili, di fa della sicurezza propaganda demagogica ecc. ecc.
    E cosa dicono i popolani della casa della libertà? Ma niente di importante, loro dicono, che sono stati eletti dal popolo e quindi possono fare quel che vogliono.

  8. Andrea il 11 November 2009 alle 8:41 am

    Quanta Italia si potrebbe mettere in sicurezza con i soldi del famoso “Ponte” ?
    Ma, dimenticavo, il ponte fa molta più scena e fumo, rende più visibili all’opinione pubblica che poi alla fine emetterà un “…ooooh !!” di meraviglia stupore ed orgoglio vedendolo completato, lo stesso “….ooooh !!” ma di dispiacere ed indignazione che ci scappa dopo le tragedie annunciate.

  9. alessio il 11 November 2009 alle 6:38 am

    Italia che frana, Italia alluvionata, Italia sismica, Italia con le strade disastrate, Italia invasa dalla spazzatura…. chi più ne ha più ne metta, l’importante è andare avanti con le grandi opere e costruire le centrali nucleari.

  10. Nio il 10 November 2009 alle 10:42 pm

    Purtroppo la situazione è talmente incancrenita che venirne fuori è praticamente impossibile.
    Questi disastri non potranno che ripetersi,inutile farsi illusioni.

  11. capricorn one il 10 November 2009 alle 8:00 pm

    Ma che ci frega delle frane e delle valanghe di fango ! E tutte le volte devo sentire la litania del giornalista di turno o del sindaco del paese interessato dalla tragedia: “E’ una sciagura annunciata.” Che ci frega se in Sicilia in tante zone l’acqua arriva per quattro ore al giorno ! Ma che ci frega se le ferrovie siciliane sono rimaste quelle del 1940 ! Adesso facciamo un bel ponte sullo stretto e magari lo chiamiamo Ponte Berlusconi ! Con i soldi che si spenderanno per il solo progetto del faraonico ponte si potrebbero mettere in sicurezza dei fiumi oppure dei territori a rischio frana. Ma agli italiani evidentemente sta bene così, visti i risultati elettorali che continuano a dare fiducia al Berlusca.

  12. Carmelo il 10 November 2009 alle 2:54 pm

    E’ necessaria una inversione di tendenza.
    Basta con lo sdradicare alberi e piantare cemento!

  13. sancho il 10 November 2009 alle 1:20 pm

    Una soluzione potrebbe essere quella di allungare il ponte di Messina fino ad Ischia, e via via verso dove si verificano le frane!:)

  14. "Puglia NEWS" Agenzia di Informazione (1968) ° BARI il 10 November 2009 alle 1:05 pm

    VI RICORDATE LA TRAGEDIA DEL VAJONT (9 OTTOBRE 1963)? LONGARONE?
    —————————————————————-
    Dopo 46 anni (1963-2009) mentre Longarone dopo il disastro. Nel 9 ottobre 1963 ed ora 22,39, una enorme frana, una massa rocciosa pari a circa 270 milioni di metri cubi, composta da rocce e detriti, comincia a scivolare lungo il versante settentrionale del “monte Toc”, su un fronte di 1.800 metri.
    Un enorme boato risuona nella valle sottostante.
    In pochi istanti la gigantesca frana precipita nel lago artificiale, formato da una diga, nella vallata del Vajont, tra le province di Belluno (Veneto) ed Udine (Friuli) sollevando una massa d’acqua di circa 40 milioni di metri cubi, alto oltre 100 metri, contenenti massi del peso di diverse tonnellate.
    La frana, precipitando, sviluppa un’energia pari a 172 milioni di kwh e la massa d’acqua genera uno spostamento d’aria due volte superiore a quello provocato dalla bomba atomica lanciata su Hiroshima alla fine della seconda guerra mondiale. La massa d’acqua si divide in due ondate. Mentre la prima spazza via le gfrazioni più basse che sorgono sulle rive del lago artificiale, la seconda decisamente più violenta, si infrange sulla diga alta 265 metri, che resiste all’urto, ed in buona parte la scavalca, riversando con furia inaudita sulla sottostante Valle del Piave. La “stretta gola” del Vajont la comprime ulteriormente e le permette di acquistare un’incridibile energia distruttiva. Un’onda alta più di 70 metri si abbatte sulla valle. Una biblica inondazione travolge il Comune di Longarone e le frazioni vicine i cui abitanti percepiscono il mortale pericolo, ma non hanno neppure il tempo di fuggire. Longarone viene totalmente “rasa” al suolo.
    I morti sono 1.917: 1.450 (a Longarone), 109 (a Castelvazzo), 158 ad Erto e Casso, oltre a 200 tecnici ed operai della diga, con le loro famiglie. I feriti sono pochissimi. Disastro naturale oppure una tragedia prevedibile e prevista e che poteva essere evitata? Studi e sentenze processuali hanno dimostrato che la tragedia del Vajont poteva essere evitate.
    Alle fondamenta della tragedia una semplice constatazione: la zona scelta per la costruzione della diga del Vajont era una zona franosa dai secoli e da tre anni il versamento montuoso che sovrastava il bacino idroelettrico, ancora in fase di collando, aveva cominciato a muoversi. Una tragedia che si poteva evitare. Le cause del disastro, le responsabilità quando la stampa (non tutta!) non capì il disastro del Vajont.

    Direttore: RINO DI LERNIA

    (rinodilernia@libero.it()

  15. flavio il 10 November 2009 alle 12:32 pm

    LA SCOMODITA’ DEL MURO …………………………………..


Video & Audio Comments are proudly powered by Riffly