Niente burqa, siamo europei
30 / 4 / 2010 | 15 Commenti
Entro l’estate burqa e niqab, peraltro non troppo diffusi in Belgio, potrebbero sparire da strade, parchi, ristoranti, ospedali scuole e tutti gli edifici destinati al pubblico. Poi un provvedimento analogo dovrebbe essere approvato in Francia. Per i promotori dell’iniziativa si tratta non solo di assicurare la pubblica sicurezza ma di rispettare la dignità delle donne, assicurando il rispetto di principi democratici fondamentali. Ma Amnesty International boccia il voto della Camera belga, bollandolo come “pericoloso precedente”. “Il divieto totale della copertura del viso – sostiene la ong che si batte per i diritti umani in tutto il mondo – viola la libertà di espressione e di religione di quelle donne che indossano il burqa o il niqab”.
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Se una emigra in un paese straniero deve seguire le leggi e le usanze di quel posto. Il fatto che si vive meglio nei paesi democratici con protezioni e (quasi) eguaglianza per le donne e’ la ragione per cui questi paesi sono meta di emigrazioni. La legge deve essere uguale per tutti. In piu’ penso che solo la legge secolare incoraggia la legge a evolvere. Le leggi religiose sono immutabili e come tali sempre meno si applicano ai bisogni che si evolvono.
Io penso solo che se uno gode dei diritti e dei privilegi di una societa’ fondata sula supremazia delle istituzioni secolari, se vuole fare parte di quella societa’ ci si deve adeguare alle regole uguali per tutti. Il velo non e’ obbligatorio per le donne mussulmane, ma una forma repressiva che alcuni paesi arabi hanno conservato. A quelli che dicono che uno dovrebbe avere la liberta’ di vestirsi come gli pare (con cui concordo) dico che invece esso rappresenta il ruolo subalterno della donna.
RIGUARDO AL,TROPPO BUONISMO E PERMISSIVITA’ CHE VIENE CONCESSA AGLI EXTRA COMUNITARI CHE VOGLIONO STABILIRSI IN ITALIA E CHE FANNO USO DI burqa e niqa,SENZA TROPPI COMMENTI SE E’ IL CASO O MENO DI CONSENTIRE TALE USANZA, INDIPENDENTEMENTE DALLA RELIGIONE PROFESSATA,PER LA QUALE SI HA IL DOVEROSO RISPETTO,TALI PRATICANTI HANNO IL DOVERE DI UNIFORMARSI E RISPETTARE LE LEGGI VIGENTI DEL PAESE NEL QUALE HANNO DECISO DI STABILIRSI SENZA ULTERIORI COMMENTI.QUANDO FARANNO ACCESSO NELLA LORO MOSCHEA O ALTRO LUOGO DI CULTO, AVRANNO TUTTO IL DIRITTO DI USARE I LORO COSTUMI RELIGIOSI PER POI, RITORNANDO NELLA CIVILTA’OSPITANTE RIUNIFORMARSI AGLI USI LOCALI. IO VIVO DA TRENT’ANNI IN TAILANDIA E QUI’ TI INSEGNANO A SAPER VIVERE DA STRANIERO OSPITE;SE NON OSSERVI LE LEGGI VIGENTI : E FACCIO UN SEMPLICE ESEMPIO ,OSSIA IL VISTO SCADUTO, TI ARRESTANO.
SE AVESSI IL POTERE !!!!
Ma amnesty international si preoccupa delle situazioni che ci sono in cina e quante manifestazioni di protesta organizza colà!!!!.. Quindi direi a questi partigiani della non uguaglianza di fare delle graduatorie sulle priorità.
Grazie.
@sancho: l’integrazione è per forza omologazione perchè è accettare usi e costumi del paese ospitante.
Io viaggio di frequente e nei posti in cui vado non vivo di certo all’italiana ma secondo le regole del posto. io sono privilegiata: viaggio per piacere o per lavoro e non per trovare l’opportunità di vivere dignitosamente (se accade), e accetto il fatto che se entro in quella nazione, che è organizzata in un certo modo ed è “composta” di una certa società, devo rispettarla in tutti i suoi aspetti perchè questa è per me la base di confronto tra popoli.
L’integrazione vista come omologazione
Vista la scarsissima presenza di burqa, più che di un problema impellente rigurdante la sicurezza ed il rispetto della libertà, appare come un fatto ideologico. Si parte dall’uso discutibile del burqa, ma, in realtà, si tende a cancellare culture e tradizioni dei popoli, spingendoli verso l’omologazione forzata su usi, costumi, lingua e credenze. E più che creedenze, ateismo pratico e nichilismo. E l’omologazione non è libertà, ma impoverimento, perdita di radici e cancellazione di identità. L’integrazione non si fa divenendo tutti dei cloni di modelli imposti, ma nella coesistenza nel rispetto delle diversità reciproche. Alla bellezza dell’incontro tra uomini di culture diverse, abbiamo sostituito la paura del diverso, e stiamo imponendo a tutti la cultura del branco, in cui tutti devono vestirsi uguali ed accettare i riti del branco. L’omologazione è sempre un passo verso la disumanizzazione e la barbarie.
Non mi pare che il burka sia un’espressione di libertà,anzi.che sia un simbolo di sottomissione e di pesante limitazione della libertà di espressione della donna.Enon ha neanche una giustificazione religiosa,perchè nel Corano non si parla di burka o altro del genere.Mi sembra che sia un riverbero di antiche usanze che ci inseguono dai tempi di Abramo,e di cui è arrivato il momento di liberarci.
La maggior parte delle donne che usano coprirsi integralmente il volto lo fa per imposizione quindi le leggi che lo proibiscono contribuiscono alla loro emancipazione e favoriscono l’integrazione in una società libera ,laica e progredita.
Inoltre elementari ed intuitive norme di sicurezza impongono che almeno nei luoghi pubblici il riconoscimento sia sempre possibile e non solo su richiesta.
Liberiamo il mondo da assurdi retaggi medioevali.
Era ora che i nostri kapataz si rendessero conto dell’arrogante colonizzazione musulmana in atto.
Ora i buonoidi multiculturalisti sinistorsi insorgeranno gridando al razzismo.
Non vogliono che il loro piano di distruzione dell’occidente a mezzo invasione musulmana venga contrastato.
Io vorrei sapere se un uomo puo andare in giro in Burqua .
Se la burqua e’ legale perche’ non la possono usare anche i ricercati dalla legge ?
A me le religioni non m’interessano pero’forzare le donne mussulmane ad andare in giro in burqua e’ altamente offensivo . Il velo va bene la burqua no .
Non c’e molta differenza nel trattamento delle donne sia nei paesi delle burque e in Italia . In un posto sono solamente usate per fare figli e qui in Italia sono oggetti di gratuita titillazione ….ma niente altro .
Qui in Italia c’e una cultura europea e quelli che usano la burqua o si adattano o se ne vanno .
Lo sapete che gli europei non di religione mussulmana non possono essere seppelliti nell’Arabia Saudita ? E in quel paese se un europeo e’ scoperto bere bibite alcoliche finisce in prigione ?
Allora noi ci dobbiamo adattare alle loro leggi e costumi ma loro no ?
E chi lo dice ?
Gli immigrati si devono adattare alle leggi e costumi del paese in cui vivono e non viceversa .
Questa volta non concordo con Amnesty International perché due sono i diritti che vengono affermati:
1) diritto delle donne alla loro identità salvaguardato dalle leggi occidentali ottenute dopo secoli di lotte di emancipazione; altrimenti perché non accettare anche infibulazione, lapidazione, taglio delle mani, ecc.?
2) diritto degli stati sovrani di definire i limiti della convivenza civile e della sicurezza sul proprio territorio, nonché dei costumi locali; principio che deve essere accettato da chi viene da un altro stato, altrimenti rimanga dove sta.
Infine non riesco proprio a capire quelle donne occidentali che, convertitesi mussulmane, si “intabarrano” come sacchi della mondezza.
Beh trovo non tanto giusto ma quantomeno logico che si vieti ad una persona, usato appositamente genericamente, di mascherare completamente la propria persona, per una questione di sicurezza. Immaginate ad esempio un mafioso che indossi un niqab o burqa per nascondere la propria persona, al fine di sfuggire facilmente alle autorita’.
A livello personale non capisco quel tipo di abbigliamento, probabilmente perche’ non sono adeguatamente istruito sugli usi e costumi.
Trovo corretto penalizzare chi impone tale vestiario, ma trovo scorretto fare una riforma in questo senso per “rispettare la dignità delle donne”, poiche’ non si e’ certi che non sia stata la donna a scegliere.
Dimenticavo, in merito alla posizione di Amnesty International: se dovesse esistere una tribù che pratica il cannibalismo per motivi religiosi, li si dovrebbero ammettere anche in Europa tollerando le loro “pratiche religiose” per non offendere il loro “diritto alla libertà d’espressione e di religione”?? Suvvia! Non esageriamo! Se vogliono rispettare il loro credo possono benissimo restare dove sono nati, senza obbligare noi a dover rinunciare al nostro “diritto alla tranquillità”!
Se non erro, in Italia il burqa dovrebbe essere già vietato per legge (per motivi di ordine pubblico non è possibile “mascherarsi” in alcun modo), o no?
Comunque sia, credo che noi italiani per primi dobbiamo pretendere il rispetto delle nostre tradizioni, così chi desidera venire a vivere nel nostro paese deve avere uno spirito di pieno rispetto ed adeguarsi al nostro modo di vivere!
Poi, per chi arriva in Italia, credo sia importante anche non permettere ci possano essere motivi di distinzione di alcun tipo lasciando che gli italiani conoscano altre “razze”, e per questo credo sia giusto che chi si deve integrare lo faccia senza nascondersi in alcun modo.
Penso anche sia giusto che chi vuole vivere e lavorare in Italia debba imparare a farsi capire al meglio in italiano, impegnandosi a parlare la nostra lingua ogni qual volta si trovi in luoghi pubblici, così che anche noi possiamo capire loro, come loro già fanno con noi… (non possiamo mica imparare tutte le lingue del mondo per consentire l’integrazione di qualsiasi straniero, o no?)
Ma perché tutta l’Europa deve adattarsi mollemente agli usi e costumi di mezzo mondo e non il contrario? Non vi sembra una violenza volere che in un paese europeo tutti accettino tradizioni tribali di chiunque, straniero, abbia deciso di stabilizzarsi qui?Chi va a vivere all’estero sempre accetta gli usi e costumi del popolo che lo ospita, semmai in privato mantiene i suoi.
É un’inaccettabile prevaricazione permettere che chiunque possa mantenere strane e arcaiche tradizioni: allora dovremmo accettare anche mutilazioni, macellazzioni orribili, legge del talione ecc.