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“Fino a quando non ci lasciamo alle spalle vecchi schemi non ci sara’ mai spazio per vedere nuovi orizzonti”. Lo ha detto l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nel suo intervento al Meeting di Rimici, facendo riferimento alla politica di relazioni industriali del Lingotto in Italia. Che cosa ne pensate?

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95 Commenti

  1. emy il 9 September 2010 alle 7:17 am

    Perché ci a provato?
    non me ne sono accorto…..

  2. ANTONIO CORAPI il 6 September 2010 alle 10:36 pm

    L’Italia ha una gran paura di cambiare e si vede dalla scia di polemiche lasciata dal film su Vallanzasca di Michele Placido.

    Addirittura è stato giudicato un “fumettone” da qualcuno! Se da
    una parte Michele Placido ha rilasciato una dichiarazione etica importante (“in parlamento c’è chi ha fatto peggio di vallanzasca”) dall’altra il giudizio di “fumettone” del film implica la ridondanza – in negativo e in positivo – di un nuovo “codice d’onore” che potremmo identificare non in “interesse” e neppure in “etica” ma in un combinato angelico diabolico o se vogliamo diabolico angelico che è “interesse etico” altresì “etica interesse”.
    se certamente non ha alcun interesse apparente a dichiarare, Placido, che in parlamento c’è di peggio (ma passa come un bulldozer sull’etica) d’altra parte come non pensare che dichiarare un film così intenso “fumettone” fa parte di un’etica che costituisce un niagara di interesse a dire una cosa del genere? … ecco credo proprio che siamo giunti al massimo dell’appiattimento … etica interesse ed interesse etico … come dire … pur di far cassa e cassetto … si spara sul pianista … ancora una volta l’arte è sottomessa e quindi sottoposta a delle semplificazioni esemplari di un’aberrante ignoranza esistenziale nel comportamento ancorchè nell’adattamento scenico della personalità umana.

  3. antonio il 1 September 2010 alle 7:45 am

    credo che l’italia sia ferma agli anni 70. quando un operaio della Motta sorpreso ad orinare in una macchina impastatrice (chissà quanti hanno mangiato il Buondì alla pipì !)fu reintegrato dal magistrato perchè in fondo la sua era solo una manifestazione di protesta. Se chiediamo in giro ad amici e colleghi il motivo per cui comprano una macchina tedesca ci sentiamo rispondere spesso che lo fanno per antipatia della Juve o per la famiglia Agnelli ma anche per disprezzo nei confronti degli operai italiani.Credo che un paese sia in declino o in ripresa nel suo insieme. L’Italia è in declino perchè i tre operai che hanno spento le macchine bloccando la produzione sono stati allontanati dal “padrone”. Sarebbe stato bello se invece fossero stati allontanati dal sindacato o dagli altri operai.

  4. Flavio il 30 August 2010 alle 8:48 am

    IL VERO CAMBIAMENTO E’ L’I-TAGLIA E LA STORIA E’ CON NOI

  5. mauro il 29 August 2010 alle 9:03 pm

    Sarei curioso di sentire qualcuna di quelle menti illuminate che pronosticavano enormi opportunità connesse alla globalizzazione cosa hanno da dire oggi delle fabbriche che chiudono a raffica(anche quelle con i bilanci in attivo) e della marea, ormai ingestibile, di operai in cassa integrazione ai quali un giorno non lontano qualcuno dirà…. “signori i soldi sono finiti … arrivederci e grazie”
    Il commercio internazionale e le relazioni industriali non si lasciano gestire alle aziende le quali puntano ovviamente al loro guadagno, se c’è una classe politica in occidente spetta a lei preoccuparsi che la gente e gli stati si impoveriscono e porre in essere gli opportuni rimedi.. (disincentivare la delocalizzazione, daziare chi reimporta, incentivare chi investe in Italia, incentivare l’innovazione locale…) ma forse il capitale è ormai un osso troppo duro per i politici o forse ci sono intrecci di interessi così forti che il benessere della gente è una variabile di poco conto.

  6. Barbara.B. il 29 August 2010 alle 5:02 pm

    Buonasera, anch’io ho seguito l’intervista al “grande vecchio saggio” Giorgio Bocca.La cosa che mi preme rimarcare per tutti i revisionisti storici è questa : alla domanda “Lei è comunista?”, il Giorgio ha risposto che si è sempre ritenuto un social-democratico di qui l’appartenenza alla brigata Giustizia e Libertà.
    Dal momento che Egli la lotta partigiana l’ha fatta in prima persona (memoria storica in carne ed ossa),bene ha fatto a precisare questo aspetto importantissimo a monito per le nuove generazioni.
    Ignazio Vian era d’ispirazione monarchica, Tancredi Galimberti “Duccio”al vecchio partito d’azione.Partigiani cattolici, liberali, monarchici,socialisti, comunisti , anarchici,ebrei,tutti animati dallo stesso sentimento :l’ANTIFASCISMO e la voglia di dare la propria vita per un’Italia libera e democratica.
    Oggi purtroppo il messaggio che “qualcuno” vuole far passare è che il 25 aprile sia una festa di “alcuni”…
    25 APRILE E’ LA FESTA DI LIBERAZIONE ( AL NAZIFASCISMO )
    NON E’ LA FESTA DELLA LIBERTA’,bisogna che i nostri politici imparino ad usare le parole….
    Saluti a tutti.

  7. raffaele il 29 August 2010 alle 10:27 am

    sarà un po drastico ma fino a quando non avremo un azzeramento della classe diregente non avremo + competività e futuro perchè il sistema che si tramanda da politico a politico da governo a governo da dirigente a dirigente è arrivato fino alla piu piccola fibra di ogni tessuto sociale.

  8. gennaro esposito il 29 August 2010 alle 10:03 am

    LA LAPIDAZIONE PER ADULTERIO NEL 2010

    Se Sakineh sarà assassinata mediante lapidazione per adulterio diverrà sempre più probabile che Israele compia un attacco preventivo contro l’iran. Quando un Paese pratica usanze ritenute primitive e crudeli ottiene il risultato di facilitare azioni militari già programmate con l’opinione pubblica internazionale favorevole.

    Così accadde per l’Afghanistan con i Talebani. I governi occidentali quando hanno in mente azioni militari cercano sempre di attuarle con l’appoggio del consenso popolare e questo è conseguibile quando si ha il massimo disprezzo internazionale per chi si va a colpire.

    L’opinione pubblica quando raggiunge la cognizione che si va a colpire “chi non è più un essere umano” per la sua disumanità allora percepisce la guerra come “giusta”.

    La sorte di Sakineh in mano al governo iraniano è quindi anche un test per valutare l’autodistruttività del regime iraniano.

  9. gennaro esposito il 29 August 2010 alle 8:08 am

    “BACIAMO LE MANI A VOSSIA!”

    ditemi qual è quel paese democratico in cui un berlusconi da arcore bacia le mani ad un Gheddafi da tripoli?
    Mr. B sa che non solo nella sicilia del folclore, ma ancor più presso i beduini del deserto baciare le mani, è un atto di sottomissione? “BACIAMO LE MANI A VOSSIA!”, dal modo di dire a quello letterale di berlusconi!
    gheddafi che ha fatto PER berlusconi da indurlo a simile plateale gesto? Avete notato il sorrisino ai suoi lati della bocca dopo quel gesto forse inaspettato e per lui così carico di valenza simbolica? Avete idea del riverbero nel suo Paese? e nel resto d’Europa, ch’è peggio?!?
    e la dignità, non penso neanche per un istante a quella di berlusconi, ma del popolo italiano: dov’è, com’è tutelata, come si salva l’Italia da quelle immagini che vedono un capo di stato italiano baciare le mani ad un golpista libico con quel curriculum?

  10. Pedro il 29 August 2010 alle 7:21 am

    Ho seguito l’intervista al “grande vecchio” Giorgio Bocca con molto interesse. Bocca dice le cose che tutti pensano, ma che non scrive più nessuno. Certe osservazioni sono assolutamente corrispondenti alla realtà delle cose. Il problema è che la realtà è nascosta in modo continuo e potente, dalle cortine fumogene dell’informazione pilotata. Come meravigliarsi se poi le cose che dice Bocca sembrano “strane”?

  11. michele visone il 29 August 2010 alle 6:43 am

    http://www.journal-of-nuclear-physics.com/
    C’è un italiano che ha fatto un brevetto di un motore a fusione fredda che con 3 grammi di Nichel si ottiene tanta energia come da 20000 tonnellate di benzina e voi ! Muti!!!
    Perchè???????
    Potremmo essere all’alba di un nuovo boom economico dalle prospettive impensabili fino ad ieri e voi muti? perche????
    Perchè le informazioni importanti le dobbiamo trovare noi da internet e voi ci raccontate solo chiacchiere inutili tutti i giorni tra i dinosauri berlusconi e fini??????
    Perchè???????
    Dovreste essere voi a divulgare queste notizie a effettuare dibattidi e convegni ed invece niente!!!!!!!
    Da un anno stanno facendo la corrente con questa nuova energia, stanno facendo la guerra con questa energia e voi non ne sapete niente!!!! BUONA NOTTE E SOGNI D’ORO!!!!

  12. strato il 29 August 2010 alle 2:59 am

    Direi, piuttosto, che finché ci sarà questo Governo, l’Italia non avrà alcuna “possibilità” di cambiamento, a meno che non si tratti di peggiorare. La colpa non è degli schemi. L’ansia che hanno tutti di “arrivare” subito ha influito negativamente sulla qualità della classe dirigente. Oggi, in un modo o nell’altro, la gente si attacca addosso una etichetta manageriale ma non sempre ci sono le qualità richieste. Allora si minimizza su certi problemi o si trascurano proprio del tutto perché manca la capacità di capire a fondo le questioni:anche qui ci si ferma alla sola “etichetta” perché questo è l’unico risultato che ci si poteva aspettare dalla era del “LOOK”. Quei pochi che hanno la costanza di riuscire ad “essere” qualcosa, sono spesso costretti a riparare all’estero; nei meandri lacunosi della “gente del look”, si infiltra il malaffare e la corruzione dei politici, perché tutti sono disposti a corrompere ed a farsi corrompere pur di arrivare ad esibire una falsa immagine di sé stessi. Speriamo che la gente cambi. Ai giovani voglio dire che bisogna lavorare sodo; che i 60 milioni di persone presenti sul territorio italiano non potranno “mai” essere tutti attori, cantanti e ballerini:qualcuno deve pur fare l’ingegnere, l’idraulico, il falegname, l’imbianchino, l’insegnante ecc. Tra gli “schemi” il più pericoloso è quello che ha dentro di sé la droga, l’alcolismo, il bullismo, la malavita. Pensateci, ragazzi.

  13. sancho il 28 August 2010 alle 11:08 pm

    E c’è anche chi propone di abbattere i cani ed incenerirli!

    Perché mai abbattere i cani ed incenerirlli? Quanto spreco!
    Si potrebbe farne dell’ottima carne in scatola per i cinesi! 🙂
    Tra l’altro sarebbe un’ottima operazione industriale!

    Ah no? I cani no? Non si possono sacrificare sull’altare della globalizzazione?
    Perché? Gli uomini si? Gli uomini valgono meno dei cani?

  14. luca il 28 August 2010 alle 7:52 pm

    Adesso che non prende piu’ il contributo di stato si e’ scoperto che politica fanno Marchionne e la fiat.
    Ma e’ possibile che in un paese che si definisce moderno chi lavora e fa tirare avanti la famiglia sia considerato come un peso dall’industia e dallo stato?
    Spero che riusciremo a riconvertire le linee produttive,che questi “managers” vengano cacciati via all’istante e le grandi industrie che sono state finanziate dal pubblico per tutti questi anni vadano sotto il diretto controllo dello stato.Stato serio con politica seria fatto di gente seria,svegliamoci,questo dipende solo da tutti noi.

  15. antonella susana il 28 August 2010 alle 3:43 pm

    purtroppo in Italia non c’è memoria storica,nel 1993 era stato siglato un accordo interconfederale sulla riforma contrattuale, dove era sancito che la contrattazione aziendale doveva concentrarsi sulla produttività con una di quota di salario (variabile a seconda se si raggiugevano gli obbiettivi o no concordati in azienda), questo per favorire ed estendere la contrattazione cosidetta del secondo livello, depotenziando il ccnl. Gli effetti sono stati di un abbassamento globale del costo del lavoro e dei salari dei lavoratori, siamo meno pagati persino dei Greci….sarei curiosa di sapere precisamente quante volte hanno rinnovato il contratto aziendale in FIAT dal 93 in poi?
    Vorrei poi raccontare cosa è successo a me nel maggio 1997, operaia e delegata FIOM dello stabilimento di Mel allora Gruppo Eletrolux Zanussi, per capire cosa sta succedento alla FIAT di Melfi.
    Si stava discutendo di fare un accordo sulla partecipazione e l’azienda fa una proposta dove si limita il diritto di sciopero e propone sanzioni e limiti all’attività sindacale per i delegati sindacali di fabbrica, a questa proposta la FIOM non ci sta, nel bel mezzo delle trattative la sottoscritta ha preso una lettera di licenziamento per una cavolata, certo devo dire che Eletrolux non ha dato seguito, in attesa della decisione del giudice, avvenuta poi nel 2000 in mio favore.Tutto ciò nel tentativo di condizionare la FIOM. Sta di fatto che l’accordo fu siglato anche dalla FIOM nel mese di giugno 97 e senza che i lavoratori perdessero diritti, elogiato su tutta la stampa anche nazionale come modello di relazioni sindacali da copiare. Cosa è rimasto di
    fatto di quell’accordo: la mia fabbrica non è più del Gruppo Eletrolux, da 1600 lavoratori siamo rimasti in poco più di 600 e a rischio chiusura, e considerazione finale non sono le relazioni sindacali che possono salvare una fabbrica o la diminuzione dei diritti dei lavoratori, ma le scelte del Managment strapagato, si sa i Manager passano, ma i lavoratori restano e a volte sono proprie le lotte dei lavoratori a salvare una fabbrica dalla chiusura e a spingere per l’innovazione e la ricerca, ma se si preferisce lo sfruttamento delle risorse umane, invece che alla loro valorizzazione lo si dica senza farlo passare per modernità, questa è schiavitù

  16. agnese il 28 August 2010 alle 2:57 pm

    La parola CAMBIAMENTO da sola non vuole dire nulla. Infatti i cambiamenti possono essere in meglio o in peggio. Penso proprio che l’Italia abbia paura di continuare a cadere sempre più in basso… semplicemente perchè, allo stato attuale, non c’è niente e NESSUNO che possa fare sperare in meglio ! Nonostante ci si ripeta che “tanto, peggio di così non si può”……. come tocchi il fondo, c’è qualcuno che bussa da sotto ! Italiani pessimisti ? No, realisti !

  17. elisabetta il 28 August 2010 alle 2:21 pm

    Meglio che il marpionne ascolti Romiti che probabilmente ne sa più di lui ed è anche un “pochino”più intelligente da quanto mi risulta.

  18. Andrea il 28 August 2010 alle 12:48 pm

    Che bello pontificare quando si guadagna 456 volte la paga di un operaio.
    Il sig. Marchionne pensi invece a produrre auto di qualità e senza gli aiuti dello stato. Non mi sembra che abbia parlato di Volkswagen, Mercedes, Audi, Renault, Toyota. Posseggo un auto giapponese dal 1998 e vi posso assicurare che non ho ancora avuto grossi problemi, la batteria è ancora quella originale. Se 12 anni fa avessi comprato Fiat in che condizioni sarebbe oggi l’auto??

  19. Carmela Luisi il 28 August 2010 alle 12:18 pm

    Un tempo, circa 12 anni fa, parlavo di globalizzazione con un mio amico plurilaureato. Io, operatrice di commercio su area pubblica (ambulante), cominciavo a vedere la piega che stava prendendo il nostro settore: decine e decine di fabbriche che chiudevano, posti di lavoro che saltavano, perchè gli industriali, soprattutto i più grandi, se ne andavano all’estero per fare maggiori guadagni. I prezzi delle loro merci, infatti, non calavano affatto e all’estero la migliore convenienza era data dal minor costo della mano d’opera. A parte il fatto che all’epoca questi signori imprenditori non avevano previsto che i più attenti dei paesi sottosviluppati aspettavano proprio di poter imparare a produrre per arricchirsi a loro volta (vedi Cina e India, ad esempio che hanno avuto una esplosione della loro economia), immettendo sul mercato merci a prezzi molto bassi e creando un corto circuito dei profitt; a parte il fatto che in seguito avrebbero cercato non nella produzione ma in strumenti finanziari poco ortodossi, responsabili di una crisi mondiale che ancora tanto ha da dire, l’arricchimento facile, creando una forbice sempre più larga tra ricchi e poveri; a parte tutto questo, quando si cominciò a delocalizzare, in nome di una globalizzazione e di un liberismo che facevano diminuire tutte le regole per una economia consapevole in grado di sostenere lo sviluppo di un paese orgoglioso della sua industria, bene, la lungimiranza della nostra politica non trovò nulla da obiettare. E coloro a cui globalizzazione sembrava una brutta parola, dovevano accontentarsi di essere apostrofati come antichi. E infatti il mio amico mi diceva di non preoccuparmi, perchè non era intenzione degli imprenditori ridurre male la nostra economia, licenziando o abbassando gli stipendi: se avessero creato povertà come potevano vendere le loro merci? A chi? Sarebbe stato un cane che si mangiava la sua coda. No, non avrebbero potuto…
    Oggi con il senno di poi, direi che l’hanno fatto, complice una politica che aveva altro a cui pensare, ai propri tornaconti, alle leggi utili per pochi, alle risse costanti per creare la solita arena di guelfi e ghibellini, di cui il POPOLO aveva bisogno per non pensare a come l’avevano ridotto: salari che dal 2001 in poi avevano perso una grande fetta del potere di acquisto e questa crisi che ha peggiorato i dati della occupazione e della economia nostra e mondiale.
    E adesso arrivano i diktat di persone come Marchionne che pensano di risolvere tutto andando a peggiorare i diritti dei lavoratori. Che pensano di ottenere dei risultati con una conferenza stampa dove annunciano il da farsi escludendo completamente i lavoratori e i loro rappresentanti. (Alcuni sindacati sono addirittura d’accordo e ciò mi sembra ancora più vergognoso). Si annullano così in un colpo solo anni e anni di lotte per avere una settimana lavorativa di 40 ore, per avere condizioni di vita più decenti, perchè le morti sul lavoro diminuiscano (vedi testo unico sul lavoro dove l’ex ministro Damiani si è speso tantissimo e poi, arrivati di nuovo Berlusconi e cricca, annullato nella parte che riguarda le sanzioni alle imprese per le morti sul lavoro appunto. La Mercegaglia e la Guidi, giovani industriali, ricordo che in quel periodo erano in estasi quando parlavano del Presidente del Consiglio, per i risultati ottenuti. Auguro loro, con tutto il cuore, ogni volta che muore qualcuno di lavoro, di non dormire la notte e di averceli sulla coscienza per tutta la vita. Alla faccia di essere donne e quindi più sensibili…).
    Comunque sia questo mondo industriale, che questo politico sono completamente miopi. Se non si decidono a sedersi e discutere della situazione, peggiorerà sicuramente la vita di noi persone comuni, ma anche la loro non sarà tutta rose e fiori. Si veda ad esempio le vendite della Fiat in Europa e in Italia nel mese di luglio: sono calate di oltre un 30%, laddove alcuni marchi europei hanno avuto cali dello 0 virgola qualcosa e addirittura qualcuno è aumentato. Tutta questa pubblicità che Marchionne si sta facendo non credo che aiuti la Fiat. Quando la gente si sente fregata in qualche modo reagisce.

  20. lucia Intartaglia il 28 August 2010 alle 6:36 am

    E’ vero, sono d’accordo con Marchionne ma perchè funzionino, i cambiamenti devono essere radicali, come l’asportazione di un brutto male.Proporrei quindi un cambiamento di tutti i politici italiani al Governo.Facce, teste, pensieri nuovi, nè manipolati nè manipolativi.Allora le aziende come la Fiat avrebbero da vedersela con idee sane, incontaminate da tanto marciume.Sarebbe l’alba di una nuova Storia, tutta da scrivere.

  21. sancho il 27 August 2010 alle 11:44 pm

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=144505

    Sentita la voce del padrone? Avete inteso la voce degli usurai del mondo?
    E noi? Noi ancora ad andare dietro ai latrati dei cani e degli starnazzi delle oche nel cortile!:-)

  22. claudio a. il 27 August 2010 alle 10:58 pm

    Quello che è obiettivamente sconcertante del sedicente manager della FIAt è che il prezzo delle difficoltà di mercato della Fiat non li chiede a se stesso e ai suoi incopetenti e parassiti collaboratori, invece che agli operai che si fanno un mazzo così. La Fiat, anche a spese dello Stato, e quindi a spese di ogni cittadino italiano, spende enormi risorse finanziarie per dei manager che non capiscono niente di progettazione e creazione dell’auto e vogliono dare, all’opinione pubblica, perchè ne hanno il potere, l’impressione che le scadenti auto costruite in Fiat sia colpa dei lavoratori. No cari signori. Obama quando ha chiamato Marchionne alla Crysler ha detto chiaro e tondo che i finanziamenti del governo americano gli sarebbero stati dati a condizione di garantire i livelli occupazionali, invece un governo corrotto e che non ama l’Italia, da finanziamenti pubblici alla Fiat per poi questa portarli ad investire in Serbia, Polonia, Ungheria Siamo un popolo di deficienti, cacasotto e senza dignità. L’Italia va ripulita a fondo da questi parassiti e spreconi di denaro pubblico e sostituiti con manager bravi, competenti e che amano l’auto come fu per esempio l’Ing. Ghidella che progettò la Uno e la Fiat si risollevò per più di dieci anni, senza andare in contrasto con i lavoratori ma stabilendo un proficuo dialogo e rispetto con la parte produttiva dell’azienda, e cioè: i lavoratori.

  23. elena il 27 August 2010 alle 8:52 pm

    intervistato. marchionne dice che quando si alza pensa solo ai propri doveri, i diritti non gli interessano (poverino, con i guadagni annui che si ritrova, non è necessario…sono svariati milioni!), penso che il paese italia sarà sempre più in declino.. perchè i nostri politici non copiano le economie dei paesi più evoluti, in primis la germania? hanno stipendi alti gli operai, e le produzioni non emigrano, perchè da noi è tutto così complicato? questo è un paese di furbi, e tutte le conquiste fatte dalle precedenti generazioni, stanno sciogliendosi come neve al sole… i ricchi saranno sempre più ricchi e dei poveri… chi se ne frega! dobbiamo ringraziare anche alcune categorie sindacali che hanno provocato questo sfacelo…..non tutelano più i lavoratori e noi fessi paghiamo pure il tesseramento…

  24. Rita il 27 August 2010 alle 7:53 pm

    Condivido appieno tutti i commenti fatti da voi sul discorso di Marchionne, che di più non si può dire.
    Ma l’opposizion ha ascoltato?Possibile che non si riesca a
    sapere come la pensa sulla situazione della Fiat e dei lavoratori? Essi si sono appellati al Presidente della Repubblica perchè nessuno ha preso le loro difese, e hanno fatto bene perchè, con la presenza in campo di tale figura istituzionale, il Marchionne ci penserà due volte a prendere decisioni contro i lavoratori.
    Saltata ogni regola di buon senso,di morale di giustizia,di equità!Povera nazione mia come ti hanno conciato, non chi sta al governo,bensì chi ha mandato tale banda di malfattori,approfittatori e strafottenti al potere!

  25. sancho il 27 August 2010 alle 5:35 pm

    Ma il problema non è tanto marchionne e simili, che,poverini, sono quelli che sono!:-)
    Sono dei poveri con-dannati alla vita da manager!

    Il problema sono quelli che lo applaudono e gli danno corda, anziché rispondergli con qualche scappellotto e poi metterlo dietro la lavagna, in ginocchio sul riso e con le mani in alto, almeno per 5 minuti! 🙂
    Hegel, machiavelli … hai capito il monellaccio? 🙂
    Ma questi ciellini dove l’avranno imparato il catechismo?

  26. silvana 56 il 27 August 2010 alle 5:34 pm

    allego un trafiletto molto esplicaTivo di come stiamo andando alla deriva in Italia e Marchionne cerca anche di fare il più furbo del bigoncio..tre passaporti, residenza in svizzera, auto ferrari disentegrata e subito ricomperata altra etc etc etc ..insieme ai solti noti b. trem. sacc. marc.
    e tutto il cocuzzaro ………

    Il Belpaese della disuguaglianza
    metà ricchezza al 10% degli italiani
    di Roberto Mania La crisi ha aumentato le distanze sociali e frantumato anche la classe media. In termini di reddito, l’Italia è un paese sempre più diseguale. Peggio di noi fra le nazioni sviluppate solo Messico, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia.

    e poi ci devono spiegare questi maestri di cultura, come questo 90% può fare per consumare sempre di più……senza produrre e senza lavorare……
    siamo alla follia….

    intanto non perdo occasione per ricordare a tutti che settembre …è alle porte e masi si prepara a qualche scherzetto…

    IL DIRETTORE MINEO NON SI TOCCA!!!!!!

    FORSE SE DICO NON GUARDEREMO PIU’ LA RAI POTREI ANCHE FARGLI UN FAVORE VISTO CHE IN RAI SI PREFERISCE CHE SI GUARDINO I PROGRAMMI DI MEDIASET……

    VERGOGNA!!!!!!!

  27. Gabriele il 27 August 2010 alle 4:48 pm

    Un’Italia accartocciata solo sulle liti e sul potere personale di tre personaggi (BBF)che non hanno più nulla da dire e nulla da dare!
    Tre personaggi che esistono soltanto perché costruiti e sorretti da una macchina mediatica servile!
    Un’Italia sempre più lontana dalla realtà della Globalizzazione, della competizione internazionale! Soffocata da lotte intestine, da una corruzione dilagante, da una classe dirigente autoreferenziale!
    Un’Italia sfinita, stordita che non è più in grado di capire la gravità della situazione, la reale situazione!
    Un’Italia litigiosa, affannosa e penosa che non vuol sentire, non vuol vedere, non vuol sapere!
    Un’Italia che giorno dopo giorno sta perdendo pezzi importanti delle sue Industrie migliori, dei suoi uomini migliori, del lavoro del suo futuro!
    Se l’Italia non riuscirà a rinnovare la sua classe dirigente, liberandoci da questa morsa mediatica velenosa, a rilanciare la sfida competitiva basata sull’innovazione, sulla qualità, sulla produttività e sulle regole condivise, se l’Italia non riuscirà in tempi rapidi in tutto ciò, c’è veramente da tremare ed aver paura!

  28. sonia il 27 August 2010 alle 3:13 pm

    I vecchi schemi si chiamano statuto dei lavoratori e legge 626, è questi che si vuole abolire per vedere i nuovi orizzonti, ma quali? quelli del profitto e non certo quelli del bene comune.

  29. betta il 27 August 2010 alle 1:28 pm

    Mi pare evidente che Marchionne vorrebbe riportare le condizioni del lavoro in fabbrica a quelle degli anni ’60, perchè queste gli consentirebbero di avere le mani libere sul Personale. L’obiettivo è GUADAGNARE e GUADAGNARE per
    soddisfare le esigenze deli Azionisti.
    I diritti acquisiti negli ultimi 50 anni sono un lusso che la classe lavoratrice non si deve più permettere per garantire a chi investe, guadagni sempre più consistenti.
    Da questa logica assurda non riusciamo ad uscirne,
    perciò credo sia veramente necessario un patto sociale con il quale l’azienda possa pretendere correttezza e serietà sul lavoro da parte di tutti i dipendenti, ma garantendo SICUREZZA e SALUTE all’interno della fabbrica e salari decenti.
    La Fiom deve fare un passo indietro e rinunciare all’idea che tutti i lavoratori devono essere tutelati allo stesso modo perchè il lavativo non può essere aiutato come il dipendente responsabile e corretto.La meritocrazia deve prevalere.

  30. VALERIA GHISONI il 27 August 2010 alle 1:03 pm

    lui dice di superare la politica delle classi,ma è stato proprio lui a ricordarci che esse esistono, non sono mai sparite altro che …

  31. sergio il 27 August 2010 alle 12:22 pm

    “se vogliamo che tutto rimanga così com’è, bisogna che tutto cambi”
    le leggi che regolano il rapporto di lavoro e alcuni sindacati sono rimasti al “sei politico”
    è vero! in questo modo siamo e saremo gesiti e tutelai in maniera OTTIMALE, peccao che non ci sarà più il LAVORO.
    MEDITATE GENTE!!!!!!!!!!!!

  32. sancho il 27 August 2010 alle 12:20 pm

    La domanda è:

    com’è che più di sei miliardi di persone si stanno facendo massacrare da un manipolo di banchieri?
    Marchionne? Marchionne è come gli altri bada solo a che il proprio trogolo sia sempre pieno!
    Ed è anche colpa di certi animalisti, se, anziché consumare carne di maiale, si è passati al consumo di carne umana!

  33. federico dal cortivo il 27 August 2010 alle 12:10 pm

    Marchionne il padrone delle ferriere vuole un “nuovo patto sociale”

    Marchionne l’apolide, possiede, infatti, tre passaporti,chiede “ un Nuovo Patto Sociale”, il suo…
    Oramai non passa giorno che l’uomo “nuovo “ di casa Fiat, non esterni il suo liberal pensiero in tema di lavoro. L’ultima sua infelice uscita, tanto per restare in tema d’interessi nazionali, è stata alla sarabanda di CL a Rimini, ridotta oramai da anni ad una passerella per personaggi di ogni tipo. Qui il buon Sergio ha illuminato la remissiva platea con la sua ultima trovata: Il “Nuovo Patto Sociale “ che dovrebbe legare datore di lavoro e dipendenti, il tutto ovviamente condito in salsa libera capitalista.
    Ancora una volta è andata in scena la solita farsa su “quanto è bello il mercato”, “quanto è grande il sistema capitalista”,” come sono bravi gli altri(?) che l’hanno capito prima” e che” la Fiat si può permettere di non rispettare le sentenze dei giudici”, tanta e forte la lobby politica in suo favore.

    Per Marchionne “in Italia c’è paura del cambiamento”, oibò ,ma questa frase non l’avevamo già sentita quando le sirene del liberismo ci dicevano che dovevamo privatizzare tutto? Che dovevamo metterci in linea con gli altri Paesi? Che flessibile e precario è bello?Che ci avrebbe pensato la “mano invisibile del mercato” a sistemare tutto “ laissez faire”…

    Ora ci risiamo con la solita ricetta basata su teorie economiche vecchie di secoli anni e fallite miseramente alla prova dei fatti,per uscire da una crisi economica, causata non certo dai lavoratori italiani,ma dal sistema finanziario transnazionale e dalle banche,e anche dall’arretratezza tecnologica della nostra industria,( non si investe in ricerca, la scuola è alla sfascio) e si preferiscono le braccia degli extracomunitari,all’innovazione ed alla diversificazione della produzione.

    Adam Smith gode ancora di largo consenso, evidentemente, anche nelle province dell’Impero anglo americano, eppure basterebbe dare uno sguardo alla storia economica di tutte quelle nazioni che hanno subito l’abbraccio mortale delle sue teorie, per rendersi conto, che la qualità della vita è diminuita, la sicurezza sociale è scomparsa, salari e pensioni sono stati falcidiati , ma tutto questo per la massa dei cittadini, per chi dirige il gioco invece i profitti sono aumentati in modo direttamente proporzionale allo sfascio dello Stato sociale, un po’ come accaduto ai rampolli degli Agnelli e ai loro cortigiani, da Montezemolo a Marchionne.

    E in cima a questa piramide ci sta proprio la Fiat ,che arranca oramai da anni con prodotti scadenti , ma che vede come soluzione ai suoi problemi,( dopo aver per anni ricevuto miliardi dallo Stato in infrastrutture intorno ai suoi stabilimenti e casse integrazioni pagate con i soldi dell’Inps),solamente la delocalizzazione della produzione, e maggiori iniezioni di deregolamentazioni liberiste per adeguarsi al modello di sviluppo globalizzato asiatico – statunitense,privo di regole e di garanzie , con i contratti che sono carta straccia , sacrificati sull’altare del profitto ad ogni costo, e dove il costo del prodotto finito deve essere sempre inferiore a quello del concorrente, e quindi innanzitutto tagliare i salari , meno norme antinfortunistiche che sono solo un costo, licenziamenti facili, divieto di ammalarsi e di scioperare.
    E’ questo il futuro che ci aspetta se passerà la linea Fiat,per altro già utilizzata in Veneto, non sempre alla luce del sole, come ha ammesso di recente Luigi Brugnaro,presidente degli industriali di Venezia: “La Fiat arriva adesso, ha dichiarato Brugnaro,con i contratti differenziati, ad applicare un modello che il Veneto applica da tempo”,” è stato inventato da noi”, conclude con fierezza il nuovo padrone delle ferriere, di quel Nord Est che tanto virtuoso non è alla fine.visto l’ indice dei suicidi, violenze domestica e uso di coca. A forza di pensare solo al guadagno e sul cui altare sacrificare tutto, alla fine qualcosa si è spezzato nella società e non solo veneta.
    Un malessere profondo che si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la nazione, tanto che da rapporti riservati della Digos si evince che il livello di attenzione degli investigatori si stia alzando, proprio in rapporto al crescere del disagio sociale.Monta la rabbia e una nuova stagione potrebbe aprirsi in Italia e non solo di proteste pacifiche, la corda è già tesa e l’arroganza di un Marchionne e chi lo segue potrebbe spezzarla molto in fretta.
    Federico Dal Cortivo
    Giornalista freelance

  34. felicetta Lombardi il 27 August 2010 alle 10:53 am
  35. marica il 27 August 2010 alle 10:16 am

    ..condivido tutte le lucidissime opinioni critiche nei confronti delle parole arroganti di Marchionne, è chiaro che il “patto”da lui auspicato è una pistola alla tempia di migliaia di lavoratori e che questo modello di “contrattazione”, così sdoganato, potrà essere facilmente esteso ad altre categorie di lavoro dipendente.. A queste condizioni, dove pensa di vendere le sue belle auto l’inneffabile A.D.?anche i commenti degli “esperti economisti” di turno fanno venire il volta stomaco, la “soluzione finale”proposta è sempre la stessa:l’adeguamento verso il basso del mondo del lavoro, vedi modello serbo-polacco-cinese,a danno solo di alcune categorie, alle quali, non si sa come, dopo aver saccheggiato le tasche anche con le tasse,è poi richiesto perentoriamente di “consumare”, mentre i ricchi imprenditori-PADRONI continuano a fare solo profitti, e no investimenti, speculando sulla manodopera schiavizzata e non promuovendo vera riqualificazione e rinnovamento..e che dire,poi, della categoria crapulona dei banchieri finanzieri prontamente soccorsi dai soldi dei contribuenti onesti nel momento della crisi?mi chiedo,retoricamente…, come mai a livello internazionale ci siano solo organismi di rappresentanza, che esercitano anche potere, del mondo del capitale e della finanza e del mercato (FMI, Banca Mondiale, WTO…)e non ci sia un’organizzazione sindacale sovranazionale a rappresentanza e difesa della forza-lavoro…

  36. Giovanni B il 27 August 2010 alle 9:34 am

    La proposta di Marchionne di fare un “patto sociale” sarebbe in sé buona. Bisogna però capire cosa intende l’A.D. della Fiat per “patto sociale”: se lui intende che sia la Fiat a dettare le regole, mentre i dipendenti e i sindacati sono obbligati ad accettarle senza discutere, allora questo non è “patto sociale”, ma è passare da quelli che lui definisce i “vecchi schemi” delle conquiste sindacali degli ultimi decenni ai “vecchissimi schemi” in cui il padrone aveva sempre ragione e il dipendente aveva sempre torto.

    “Vecchio” e “nuovo” sono comunque dei concetti molto relativizzati dall’uso che ne viene fatto.
    Anche Berlusconi definisce se stesso il “nuovo” e ogni opposizione ai suoi arbitri il “vecchio”.
    E questa sua definizione potrebbe forse andar bene, a patto di intendere per “nuovo” la corruzione, l’arbitrio, l’illegalità, l’impunità dei colpevoli, la falsificazione sistematica, lo sfascio dello Stato …
    È solo questione di modificare la definizione di “nuovo” sui dizionari e sulle enciclopedie.

    Bisognerebbe quindi chiarire in un contesto più serio quali sono le idee di Marchionne sul “patto sociale” e sugli “schemi nuovi”, perché il momento storico (il dopo Melfi) e il luogo del suo intervento (il ciellino Meeting di Rimini) rendono per il momento poco credibile la sua proposta.

    Cambiare? Sì, ma a patto di capire prima “dove” portano i cambiamenti richiesti. Se intendono “innovare” verso il medioevo … questi cambiamenti vanno rispediti al mittente.

  37. Vincenzo D'Arco il 27 August 2010 alle 9:27 am

    Salve a tutti, leggendo le parole di Marchionne mi e sembrato di capire che sicome nel mondo vi sono paesi in cui non vi sono leggi che tutelano i diritti dei lavoratori (Assicurazioni contro infortuni, dispositivi di sicurezza, stipendio minimo, etc etc)questi paesi riescono ad essere piu competitivi in quanto le industrie spendono meno per la manodopera, la soluzione sarebbe (secondo Marchionne) qualla di abbassare anche da noi gli standard ed allinearci al così detto mercato globale.
    Io credo che invece la soluzione dovrebbe essere un altra, è una questione di approccio mentale, io credo che i paesi come Cina ed India, facciano concorrenza sleale ai paesi dove i diritti dei lavoaratori (ed umani) sono rispettati. Quindi sarebbe doveroso studiare un sistema di dazi doganali, tali da compensare i mancati costi di produzione dovuti appunto ad un sistema di regole diverso.
    Altrimenti qui si finisce a fare un gioco al ribasso sulla vita dei lavoratori.

  38. Marco Solci il 27 August 2010 alle 9:17 am

    Il discorso mi è piaciuto molto.Lo voglio risentire o per lo meno rileggere.Mi ha toccato.Vorrei capire a fondo la situazione della sentenza sugli operai per dare eventualmente dei giudizi.Ha toccato temi importanti ad esempio quello sul “cambiamento”.Si perche mi tocca da vicino.Mi piace operare tendenzialmente in contesti sociali, anche se io sono un “imprenditore”.Mi piace aiutare la gente e sto vedendo che tanti si lamentano per la loro situazione economico sociale e mi spiace.Cerco di aiutarli ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.L’aiuto non sta solamente nell’aiuto economico che per quello non ci sono problemi, volete i soldi…eccoli prendeteli…tolto quel problema andiamo avanti.Ma poi come li trovo dopo che si sono presi quello che volevano….? li fermi…tutti i giorni a fare la stessa vita senza piu la preoccupazione del denaro…quello ormai fa parte di una integrazione della busta paga che gli ho dato io.Ma è possibile che adesso non vogliano piu niente dalla loro vita?non vogliono neppure pensare ad uno stimolo, uno scopo piu o meno degno della loro esistenza?non dico di concretizzarlo ma almeno pensarlo, usare un filo di immaginazione per aprire uno spiraglio nella loro mente?Quindi penso che il vero cambiamento non sia solamente nel contesto in cui si vive ma prima ancora, e a monte, nella coscenza del singolo individuo.
    Ora sono qua che continuo a pagare queste persone integrando il loro stipendio e privandomene me personalmente…piu di queste non posso fare.Sto aiutando senza avere nulla in cambio da loro.. non so quanto potra continuare…pero sicuramente non voglio smettere di guardare la realta per quella che è e non voglio smettere di ambire ad una societa migliore.Ma voi riuscire ad immaginare come dovrebbe essere una societa migliore?
    Ciao

  39. stefania menegatti il 27 August 2010 alle 8:27 am

    Il cambiamento in sè non è il problema, anzi tutti auspichiamo che la società intera sappia cogliere i chiari segnali di un fine epoca per introdurre i cambiamenti necessari ad un nuovo progresso culturale; ed è ormai evidente che tali cambiamenti dovranno significare anche un ridimensionamento generale di tutti gli sprechi che la nostra epoca ha prodotto. Ma è anche evidente che c’è come sempre chi approfitta di una situazione di crisi per fare soldi: lo abbiamo visto nella crisi della finanza dove i soliti ignoti (?) si sono arricchiti speculando sulle difficoltà di interi Stati. Anche in Italia abbiamo assistito ad una serie di agevolazioni extra di cui le aziende hanno usufruito con la ‘scusa’ della crisi e questo già da qualche anno (dai contratto co.co.co in avanti). Ed è qui che la Fiat si trova ad operare. Non metto in dubbio il fine imprenditoriale di crescita e sviluppo delle decisioni di Marchionne, ma è chiaro che queste passano anche per una drastica riduzione dei diritti acquisiti dai lavoratori in 50 anni di lotte sindacali. Il cambiamento non è di per sè nè buono, nè cattivo, dipende come lo facciamo avvenire. Qui si giocano nuove partite in tutti i settori; si devono ridefinire nuove regole in ogni campo (economico, finanziario, politico, ecc.) e il lavoro non è esente. Ma bisogna farlo con attenzione e responsabilità di tutte le parti in causa, nessuno escluso. I lavoratori devono prendere atto che l’epoca del lavoro dipendente con contratto a tempo indeterminato per tutta la vita è un’epoca conclusa, che fa parte del passato, non ci sono più le condizioni che lo hanno determinato. Bisogna rinegoziare tutto, è vero, ma con giustizia. E qui lo Stato, la politica, devono fare la loro parte di garanti dei diritti di tutti, non solo della libertà d’impresa. Il lavoro è cambiato, va bene, ma dobbiamo trovare un’alternativa sana per i lavoratori, (cioè per tutti noi) che non possono essere ridotti alla miseria a migliaia solo perchè la produzione oggigiorno non richiede più la stessa quantità di lavoratori. Ci vuole una riforma ampia e coraggiosa che passi magari anche per la strada del reddito sociale. Questo è il compito dei nostri rappresentanti potici. E tornando alla Fiat, Marchionne non ha portato la produzione in Polonia? Non ne ha più bisogno se riesce a ridurre i diritti dei lavoratori italiani come quelli dell’est europeo! Lui sa fare i sui conti. Ma non sono gli unici conti che vanno fatti in questa partita.

  40. Pedro il 27 August 2010 alle 8:24 am

    Ho cercato invano tra tutti i commenti qualcuno che fosse almeno in parte, favorevole a Marchionne. Non ne ho trovato neppure uno. Mi sembra evidente che la società italiana, nella sua grande maggioranza, rifiuta l’idea del nuovo schiavismo dei lavoratori che devono procurare utili al capitale di gestione, pena la delocalizzazione. Questa è una nuova barbarie, che minaccia tutto il mondo occidentale. Il fallimento globale del marcato, e delle banche americane ed europee, dimostra che ci vogliono nuove idee per risolvere i problemi dello sviluppo, non certo il ritorno a modelli di fabbrica del 1920, imposti con l’esercito che sparava sui dimostranti. Credo che Marchionne menta sapendo di mentire. Il vero problema è forse salvare la sua poltrona dal possibile fallimento della operazione Fiat-Italia, gettando la colpa sulle maestranze ingestibili.

  41. capricorn one il 27 August 2010 alle 8:09 am

    Diciamolo con chiarezza, anzi, gridiamolo a piena voce. Gli italiani lavoratori dipendenti e pensionati hanno paura dei cambiamenti e delle cosiddette “riforme” perché sanno benissimo che si tratta di cambiamenti in PEGGIO e di “riforme” che PEGGIORANO le proprie condizioni di lavoro e di vita. E allora, se ci accusano di essere CONSERVATORI dobbiamo esserne fieri perché vogliamo CONSERVARE, cioè difendere, le conquiste ottenute con decenni di lotte sindacali. Adesso il “povero” Marchionne se ne esce con la vecchia storiella trita e ritrita della fine della lotta tra padroni e lavoratori. Ma la faccia finita ! ! ! I lavoratori devono sopravvivere con poco più di 1.000 euro al mese e pagano le tasse fino all’ ultimo centesimo mentre i padroni non si accontentano mai e accumulano milioni e milioni di euro rtentando in tutti i modi di evadere le tasse. Comincino i signori Agnelli o Elkann a distribuire tra i lavoratori le proprie immense ricchezze, che permettono loro di sperperare in feste decine di migliaia di euro in un solo giorno. Questa del “povero” Marchionne è una favoletta vecchia, vecchissima. La raccontò per primo, ai tempi dell’ antica Roma, un certo Menenio Agrippa per convincere i plebei a tornare a lavorare sostenendo che se le braccia non lavorano il corpo non può mangiare e bla bla, bla bla. E’ una favoletta vecchia come la storia del “siamo tutti sulla stessa barca”. Come no ! Peccato che, mentre noi lavoratori stiamo sotto coperta a remare, i padroni stanno sul ponte a prendere beatamente il sole. Sveglia, ragazzi, non facciamoci prendere per il fondello dal “povero” Marchionne che si sta rivelando come uno dei peggiori nemici dei lavoratori. Ha sicuramente studiato alla scuola di Valletta.

  42. Mario Carossi il 27 August 2010 alle 7:47 am

    complimenti vivissimi ai moderatori che epurano i commenti “non in linea!

    “Il blog di Rainews24 è uno spazio di discussione aperto al libero confronto delle idee e delle opinioni”

    come no!

  43. Marcella Melpignano il 27 August 2010 alle 7:17 am

    Eh, già, più vecchio schema delle 626…..Non ce la possiamo più permettere, ha sentenziato Tremonti.E quanti se la sono permessa? Sono convinta che la 626, è in gran parte disapplicata, e se chi dovrebbe controllare lo facesse….Mah, già sarebbe necessario che i controlli venissero autorizzati.
    Marchionne,oh, Marchionne! Mia nonna ci ripeteva ” chi non sa fare, non sa comandare”; forse avrebbe dovuto fare per qualche tempo l’operaio…

  44. Petrus 2010 il 27 August 2010 alle 7:12 am

    son stracontento di tutte le lettere di protesta di lavoratori contro le idee di herr Marchionne.
    Qualcuno ha parlato di schiavismo, ed è ciò che da succedendo da noi, nell’uffcio ove lavoro io, io 4. livello che nel giro degli ultimi 4 anni di lavoro, prima della pensione, dovrei catalogare in SBN una marea semplicemente impossibile di libri delle 80 biblioteche collegate al nostro sistema
    bibliotecario ; peccato che tale lavoro sia da sesto livello e io sono solo un 4. che riceve la paga da quarto.
    E’ tale la mole del lavoro che non sono piu in grado di farmi le ferie, se non le due settimane
    obbligatorie(per legge). Si fa speedy gonzalez e stakanovic.
    Inutile esprimere il proprio disagio perchè si viene subito zittiti con argomenti vari.
    Si tratta di carichi da migliaia di libri per biblioteca. Per questo ho detto ieri che brunetta, anzichè dare addosso ai pubblici dipendenti farebbe meglio ad informarsi su come stanno veramente le cose nel pubblico oggi come oggi.
    Buona giornata P.G. Pinerolo

  45. Vincenzo il 27 August 2010 alle 6:51 am

    Cio che vuole fare Marchionne, Sacconi, Tremonti ( vedi abolire 626) e company, non è di vedere”nuovi orizzonti”, ma di riportare gli operai nelle condizioni in cui si trovavano agli arbori della industrializzazione, cancellando anni di lotte e conquiste….

  46. giorgio il 27 August 2010 alle 6:14 am

    ritengo che cli italiani non hanno paura di cambiare ,in meglio ,ma non cambiare x favorire ancora una volta chi già sta benissimo e se ne frega di chi sta malissimo e lascia che le cose vadano peggio con la complicità di tutti i partiti ma tirare la corda più del dovuto finisce che si spezza

  47. alpha il 27 August 2010 alle 3:31 am

    mi fa skifo la marcegaglia ke si presenta con un rolex daytona da 35ooo euro e poi dice ke i fatti personali degli operai nn interessano alla fiat!!!!ci vada lei a montare la punto evo!!!!!

  48. gennaro esposito il 27 August 2010 alle 3:07 am

    DICE CHE NON SIAMO PIU’ NEGLI ANNI SETTANTA

    la responsabilità più grande di silvio berlusconi di fronte alla storia che di sé lascerà ai posteri (nei suoi processi davvero con… l’ardua sentenza), non è tutto il filone giudiziario ma l’aver fondato quell’impero mediatico che gli consente di dire/smentire, con il lavoro di portavoce untuosi o “zompatori”, e l’avallo dei nominati al parlamento.

    i nominati nei fatti NON sono più senza “vincoli di mandato”. la legge elettorale porcata leghista-berlusconiana fa nominare di fatto i 1.000 parlamentari da Berlusconi, Bossi, Fini, Casini, Bersani… e a questi rispondono. non certo al popolo italiano. e qualcuno dice pure che sarebbero gli italiani che non vogliono cambiare? è la corte nominalizia che non vuol mollare l’osso! hanno trovato un filone d’oro e non lo molleranno mai se non quando saranno cacciati! se poi cambiare significa finire sotto i ponti allora è chiaro che gli italiani non ci stanno

    il “peccato mortale” di berlusconi è l’aver abituato un popolo alla schizofrenia dei fatti scollati dalle parole, rendendolo assuefatto a sofismi grotteschi e a temerarie azioni persuasive, se non clownesche come qualche direttore di tiggì di poca fede e molto cinismo.

    gli altri hanno capito l’antifona e si sono accodati a silvio il precursore della politica dei sondaggi e del marketing (una promessa di abolizione dell’ICI in campagna elettorale la consiglio anche al PD alle prossime elezioni!)

    egualmente, un signore che è al vertice della catena di potere multinazionale che ha licenziato 3 sindacalisti (la cui colpa è non saper dire “zi-badrone”), e che una sentenza sanziona l’atto come anti-sindacale, ora viene a dirci: “non siamo più negli anni Sessanta e occorre abbandonare l’idea di una lotta tra capitale e lavoro e tra padroni e operai”.

    Marchionne fa una cosa e ne dice un altra, in perfetto accordo con il berlusconismo sul versante della propaganda. perché ormai tutti in questo Paese possono dire quel che vogliono se hanno dalla loro un qualche tipo di potere, e senza il timore d’essere spernacchiati dalle loro stesse incongruenze argomentative.

    i telegiornali si limitano a ripetere come fossero una semplice catena di trasmissione, le veline del regime. ma siamo in democrazia, no? un’intera vita passata in democrazia, no? e si vede, che vita!

    berlusconi ha fatto scuola. “l’allieva” marcegaglia dice che vuole un patto sociale, ma al contempo definisce come “prassi normale” il comportamento della multinazionale fiat, che non ha reintegrato i lavoratori licenziati, nonostante la sentenza. la marcegaglia e la fiat scelgono discrezionalmente quella parte della sentenza che non gli dà noie, cioè la reintegrazione dello stipendio sino all’esito dell’appello, dissimulando invece l’attuazione di una pesante azione politica che provoca lo scontro sociale! ma davvero credono di poterla raccontare come gli pare a chi subisce sulla propria pelle?
    fiat e confindustria dicono di voler la pace ma fanno esattamente il contrario di quello che dicono! è così che in Italia le parole hanno perso il loro valore sacro.

    perché gli industriali stanno proponendo questa politica regressiva col mondo del lavoro? seguono la multinazionale automobilistica, magari solo sospettando che in realtà la fiat voglia lo scontro per andarsene a produrre nel terzo mondo dell’est? Quanto si è lungimiranti se si ha in mente solo di pagare 2-300 euro al mese lavoratori-schiavi senza diritti in Bosnia, che piuttosto che scioperare muoiono, e non solo di fame!? a meno che alla fiat abbiano in mente in tempi di crisi globale di spuntare il loro profitto dalla paga di lavoratori, non si capisce Marchionne dove voglia andar a parare. forse Eutelia docet? Vuo arrivare alla good e la bad economia (messa in campo sempre da Berlusconi)? magari alla cartolarizzazione… della classe lavoratrice (!) ?

    ora il capitalismo ha giusto il tempo di veder giungere a maturazione l’India e la Cina per strozzarsi senza aver più nuovi mercati in cui andare a prendere il profitto. il capitalismo globalizzato sancisce anche la sua fine, dato che non c’è più un esterno a cui passare il cerino acceso.

    il momento è critico anche perché l’impatto ambientale del sistema industriale e consumistico si sta evidenziando come probabile fonte della fine del pianeta. Vari fattori stanno giungendo a maturazione per una catastrofe epocale.

    la Cina è un formicaio con milioni di geni e ingegneri, e una popolazione di miliardi di individui senza diritti, sacrificabili all’inquinamento oltre che allo sfruttamento. Pechino oggi tiene in cassaforte i dollari americani, cartastraccia ormai e zitto zitto continua ad insediare la pace della vecchia europa con una politica delle esportazioni anche criminale con prodotti tossici, brevetti copiati, spionaggio industriale e banditismo di stato anche con gli hacker (vedi il furto di algoritmi a google, o la clonazione dei prodotti Apple).

    per non dire del contrabbando con milioni di container che girano vorticosamente per i porti anche italiani in barba ad accordi e controlli! la Cina è “Il Problema”. ma pare che si abbia il terrore di intimarle un aut aut forse consci che è ormai una locomotiva senza più freni. in fondo l’attende solo l’impatto con una guerra anch’essa globale e non solo delle dogane!

    il capitalismo delle bolle speculative e dei bilancio falsi, in cui si trascrivono negli attivi i pagherò inesigibili, ora vuol rifarsi col mondo del lavoro. La Apple è plagiata in cina perché si avvale di fabbriche cinesi. spendono poco per gli operai in fabbriche in cui i lavoratori si suicidano e come nemesi si ritrovano dei cloni dei loro prodotti di punta.

    credo i tempi siano maturi per riscrivere la legislazione societaria per bloccare il fenomeno delle società offshore che offuscano i reali attori-provocatori delle speculazioni e dei fallimenti criminali come nel caso Eutelia.
    se non lo si farà sarà una ulteriore accelerazione verso il caos del capitalismo.

    Marchione avrà pensato: “e che credono? che vengo do’ canada? ‘cca nisciuno è fesso, manco ‘a fiatt’! Eutelia si e noi no? la FIOM non abbassa la testa? noi licenziamo tutti, usciamo dal contratto nazionale dei metalmeccanici, e assumiamo come si fosse una agenzia interinale! chi morto di fame meridionale e poi del nord oserà opporsi?”

    di questo passo, fra delocalizzazioni e conflitti provocati e smentiti solo dalle parole, il rischio è serio che sia la tradizione industriale di questo Paese a finire… “inte-e-rinale”! [mi spiace per qualche “extraitaliano” veneto e leghista che forse non capirà!]

    nell’ultimo ventennio si è sistematicamente destabilizzata l’economia e la sicurezza sociale, con la precarietà lavorativa che poi è diventata socioeconomica e quindi esistenziale. chi vuoi che accenda un mutuo o compri a rate se non ha un orizzonte del futuro senza garanzia contrattuali? chi è quel temerario che mette su famiglia se non ha ragionevolmente qualche garanzia di farcela a portarla avanti? indice demografico sottozero? e che c’è da stupirsi?

    francamente penso che si arriverà ad un punto di rottura anche violento che chiarirà un po’ a tutti i reali rapporti in gioco nella società italiana senza più la possibilità per nessuno di fingersi gnorri e per i loro sottoposti di coprire e mistificare dal piccolo schermo o dal giornale di famiglia.

    non aiuta allora il mancato rispetto delle sentenze davanti ad un popolo italiano che guarda e apprende e che ripeterà persino nella quotidianità tali modus operandi di inaffidabilità sociale. la fiat che fidelizzava il dipendente è morta. c’è invece la fiat cinese. E le altre imprese copieranno. altro che “non siamo più negli anni Sessanta, occorre abbandonare l’idea di una lotta tra capitale e lavoro e tra padroni e operai”!

    i comportamenti della multinazionale fiat sono agli antipodi delle parole che escono di bocca a marchionne e sebbene Karl Marx non goda più di molti lettori né estimatori, ne esce nella verifica storica, profeta, oltre che scienziato sociale che c’ha preso!

    chi ha avuto qualche esperienza con il recupero crediti dello stato, sa che anche equitalia agisce allo stesso modo, con le sentenze. in questo Paese le sentenze valgono solo per i poveracci! per i potenti valgono invece le sentenze che mandano al rogo le telefonate compromissorie p. es. fra il premier e Saccà! valgono gli sconti miliardari col fisco per legge ad aziendam! chi ha una piccola attività lo sa sulla propria pelle questo!

    marchione e la marcegaglia, con le sigle sindacali che si barcamenano in modo farsesco per appoggiarli, inventando strategie e complotti della FIOM, sono alla luce delle considerazioni si qui, o degli ipocriti o degli opportunisti. naturalmente propendo per la seconda.

    la questione dei diritti resta essenziale e marchionne lo sa. perché se ti lanciano un osso in cambio della tua libertà e dignità di uomno e lavoratore successivamente… si riprendono anche l’osso! E questo lo sanno anche i lavoratori!

    lottare per i diritti costituzionali ha un senso pratico prima ancora che etico!

  49. kiphenry il 26 August 2010 alle 11:42 pm

    Beh dagli anni novanta ad oggi ‘vecchi schemi’ sono gia’ stati messi da parte:
    Abbiamo milioni di precari a un pezzo di pane al mese e aziende che anche con la crisib fanno utilia manetta..
    Aggiungiamo evasione da record mondiale e il gioco e’ fatto.
    Marchionne cita tanto gli USA ma sa benissimo che il ns livello di vita e’ superiore…
    Basta prendere lezioni da paesi criminali come la Cina o gli Usa,
    Poi Sergio al meeting vieni a parlare di Cristo e non di Machiavelli o Hegel come
    Esempio di virtu’ e modello da seguire..proprio :egel anticristo per eccellenza.

  50. franco il 26 August 2010 alle 10:59 pm

    troppo furbo il marchionne è lui che deve migliorare

  51. Mario Carossi il 26 August 2010 alle 9:19 pm

    Mah, leggendo la maggior parte dei commenti sembrerebbe che:

    + Marchionne sia un cretino peggio degli altri manager che hanno si preso aziende sane e poi le hanno distrutte (telecom docet).

    + La fiat voglia un modello di fabbrica dell’800 oppure un modello “cinese”, (e gli americani degratati a ingenuotti secondomondisti che non capiscono nulla e si fanno sfruttare per masochismo puro)

    + addirittura Marchionne sarebbe un agente amerikano e/o della “Philip Morris” al centro di un complotto.

    Beh a questo punto allora ponti d’oro affinchè Marchionne se ne vada e/o fiat fallisca subito dopo migliaia di imprenditori illuminati ed illuminanti da tutto il mondo correrebbero ad investire nel nostro paese certi che con le nostre regole avanzatissime, le nostre norme e la qualità del nostro lavoro non potrebbero avere che vantaggi…

    Come mai non lo stanno già facendo? MA perchè è fiat a bloccarli ovviamente! Non lo fa neppure chi non c’entra nulla con le automobili? Ma è sempre fiat a bloccarli essendo completamente stupida e non sapendo neppure distinguere i generi merceologici blocca tutti da sempre!

    Se poi non dovesse accadere? Beh ci si potrà sempre consolare mettendo al rogo Marchionne sarebbe colpa sua se avesse già lasciato fallire fiat 6 anni fa sarebbe andata diversamente, deve averlo fatto per aumentare con lo stress il consumo di sigarette da cui trae in realtà il suo guadagno principale…

  52. michele soldovieri il 26 August 2010 alle 8:48 pm

    Presa alla lettera l’affermazione di marchionne non fa una piega, è condivisibile in toto; i problema sorgono quando dalla teoria e dalle formule meramente nominalistiche si passa ai fatti; l’Italia è il paese con i salari tra i più bassi in Europa, e non è vero che i salari sono bassi perchè la produttività è bassa, nè che il costo del lavoro per unità di prodotto sia tra i più alti, il problema è che marchionne vorrebbe esportare integralmente in italia il sistema che esiste nei paesi meno sviluppati, dove i lavoratori per avere diritto ad un salario tout court, accettano di vedersi non riconosciuti i diritti.
    Allora, chiedo a marchionne perchè non adottiamo il sistema tedesco che attualmente consente alla germania un’espansione economica elevatissima con salari più che dignitosi e che all’interno delle fabbriche non vedono misconosciuti i diritti.
    Il fatto è che l’industria tedesca fa ricerca ed innovazione al contrario di quella italiana a cui interessa solamente il profitto e quindi vivere alla giornata o al più restringere i diritti e comprimere ulteriormente i salari, prospettando in alternativa la perdita del lavoro o la delocalizzazione della pèroduzione.
    Spiace che la visione portante e conservatrice di marchionne sia condivisa dalla cisl e dalla uil, sindacati che ormai fungono da stampella del governo conservatore che si qualifica perfettamente nelle affermazioni di tremonti cgh dice che la legge sulla sicurrezza 626 è un lusso che l’italia di oggi non si può permettere.
    Il livore e l’acrimonia che ormai è diventata la cifra di bonanni non mi pare di vederlo rappresentato nei confronti di tremonti, eppure bonanni dovrebbe o almeno come tale è legittimato a difendere tutti i lavoratori, in particolar modo quelli che lavorano in ambienti lavorativi ai limiti della sicurezza, su questo bonanni è silente e quindi se non dissente è complice delle teorie tremontiane.
    Angeletti sta studiando per diventare il prossimo presidente del cnel come il suo predecessore, e se continua così, non avrà rivali, per lui la poltrona è assicurata.
    Caro marchiopnne ascolta quello che dice napolitano e rispetta le sentenze della magistratura, poichè è più dignitoso e valorizza la persona accettare anche se non si condivide i le pronunce di un organo dell’ordinamento italiano.
    Ne guadagnerebbe la sua persona e acquisirebbe maggiore spessore morale neim confronti della comunità se reintegrasse i tre lavoratori della fiat di melfi.

  53. sancho il 26 August 2010 alle 8:34 pm

    certo, questi cani abbaiano ma,

    comunque, alla fine, ci penseranno i partiti della “sinistra”, questi traditori dell’idea stessa della sinistra, maturata in secoli di lotte, a far quadrare il cerchio, facendoci conquistare la libera eutanasìa, cosicché gli esuberi avranno una via d’uscita piena e definitiva! 🙂

  54. giuseppealfano il 26 August 2010 alle 8:21 pm

    Tremonti dice :Legge 626 lusso che non possiamo permetterci.
    E cosa possiamo permetterci, in questo nuovo patto sociale che si reclama, di far morire i lavoratori pur di far fare buoni profitti all’imprrenditore?
    E chi troviamo a respingere questo attacco ai diritti umani? la Chiesa. Gli altri dormono.
    Credo che in questo paese come in tutta l’Europa, anzi l’Occidente, sia giunto il momento, senza tanti infingimenti, di rispolverare la cultura marxista e affrontare con gli strumenti analitici proposti da Marx le contraddizioni del capitalismo globale. Non esiste solo il metodo del cambiamento voluto da Marchionne per far camminare la storia! La soria può camminare, più equamente, solo con una profonda rivoluzione cuturale e politica e, quindi, economica, che cominci ad eliminare, nei paesi industrializzati, quelle disuguaglianze sociali che stanno alla base della grande crisi tuttora in corso, provocata, lo dicono ormai in molti, da deflazione da salario che, per tenere alto il livello dei consumi specie negli USA, e con esso il finto benessere dei paesi occidentali, ha innescato il sistema bancarottiero del credito facile, come surrogato dei mancati aumenti salariali. DiciamoLe queste cose, e non andiamo sempre dietro al Pensiero Unico! Le genti che non arrivano a fine mese hanno bisogno di una una nuova speranza di vita, che il Pensiero Unico non vuole alberghi neelle loro menti e nei loro cuori. Gli intellettuali di sinistra battano un colpo, se esistono ancora!.

  55. Antonella G. il 26 August 2010 alle 8:19 pm

    Se i nuovi orizzonti sono l’abolizione dei diritti dei lavoratori, è molto meglio non abbandonare i vecchi schemi, dettati dallo Statuto dei Lavoratori. Occhio ai sindacati servi dei padroni! Ogni lavoratore decida con la sua testa e scelga per se stesso ciò che ritiene giusto. A volte a farsi pecore, i lupi ti mangiano!

  56. Gino Piccaglio il 26 August 2010 alle 7:43 pm

    Quelli della FIAT farebbero bene a ricordare il secolo di contributi statali, tolti dalle nostre tasche, prima di sottoporci a ricatti vergognosi ed a sparare nefandezze senza il minimo senso del pudore. E ce lo mandano a dire dai servi. alla faccia della dignità del lavoro.

  57. Vincenzo Della Torca il 26 August 2010 alle 6:54 pm

    E’ inconcepibile che per tanto poco si faccia tanto chiasso. Sono un ingegnere comunalemobbizzato continuamente dai “politici” di turno, solo perchè voglio continuare ad essere una persona seria.
    Perchè non si affronta il problema della pubblica Amministrazio?
    Perchè non si chiama per nome il grosso indebitamento dei Comuni?
    Perchè non si fanno indagini più serie su sistema degli appalti?
    Perchè non si separono i poteri sensza affidare ai politici il potere della carriera del pubblico dipendente?

  58. enemyofNWO il 26 August 2010 alle 6:40 pm

    I “Nuovi Orizzonti ” sono sicuramente di lavorare per paghe di fame senza nessun diritto . Esattamente come si fa in Cina e in altri paesi dove le industrie manufatturiere sono state esportate per massimizzare i profitti degli azionisti . Probabilmente nuovi accordi di lavoro provvederanno per meno diritti per i lavoratori e paghe sempre piu’ basse per orari di lavoro piu’ lunghi . Cio ‘ che sara’ il futuro dell’Italia e di altri paesi europei si puo’ gia’ vedere negli USA . Negli USA la disoccupazione e’ di piu’ del 20% e il sussidio dura circa 99 settimane e poi i disoccupati non sono piu’ contati dalle statistiche . Svaniscono nell’aria … Ci sono bugie e statistiche ….
    Gli USA sono stati svuotati di tutte le fabbriche e non si riprendera’ mai piu’ da questo disastro . Anche i politici piu’ ritardati di mente capiscono che la ” globalizzazione ” e’ responsabile per la disoccupazione pero’ continuano a parlare della crescita dell’economia in un pianeta con risorse finite .
    Siamo di fronte a una crisi epocale che segna la fine del sistema economico attuale basato sul trucchi del ” libero mercato ” che non e’ mai stato libero , i cambi di monete ufficiali truccati , il mercato azionario truccato , le banche private (come la Banca d”Italia ) che stampano soldi da carta straccia e si fanno pagare l’interesse sul valore nominale attribuito alla carta straccia .
    Il disagio dei lavoratori ma anche delle aziende Italiane e’ un segno di questo periodo di transizione in cui potremo aspettare una crisi economica piu’ profonda con possibilita’ di sommosse popolari dovute al divario di vedute tra le masse della popolazione sofferente e i cosi’ detti dirigenti dei governi attaccati e dogmi economici che hanno fatto il loro tempo .

    http://www.youtube.com/user/MaxKeiserTV

    http://www.youtube.com/watch?v=onfWHkNshFg

  59. Davide il 26 August 2010 alle 6:39 pm

    Lo hanno pure applaudito.
    Gli hanno battuto le mani.
    Questo mi spaventa!

  60. Giovanni Giacobino il 26 August 2010 alle 6:27 pm

    Per la verità in questi ultimi 15 anni abbiamo assistito ad una serie di cambiamenti che,per la verità,difficilmente potremmo definre cambiamenti in positivo.
    Abbiamo assistito alle demolizione della scuola,del Parlamento,della nostra già traballante economia,stiamo assistendo ad un tentativo di demolizione della Costituzione e alla trasformazione di una Repubblica parlamentare in una specie di satrapia mediorientale di qualche secolo fa,alla demolizione della giustizia e dello Stato di diritto,alla creazione di una serie infinita di privilegi ingiustificabili e,necessariamente,siamo diventati prudenti.
    I cambiamenti che propone Marchionne,con il valido aiuto di Sacconi,di CISL,UIL,Marcegaglia più che dei cambiamenti sono un
    ritorno al vecchio,ad una Italia in cui i lavoratori non hanno diritti ma solo doveri.Un ritorno a 50 anni fa.E se Marchionni dovesse riuscire nella sua opera sarebbe una frana per la FIAT,ma più in generale per tutti noi.

  61. lucius56 il 26 August 2010 alle 5:41 pm

    lasciarsi alle spalle vecchi schemi non può voler dire : operai rinunciate ai vostri diritti, conquistati con decenni di lotte, se non vado a produrre in Polonia! Superare gli schemi significa mettere in gioco diritti e doveri di tutti, se si vuole, anche partecipazione alla gestione dell’azienda da parte della forza lavoro, con tutto ciò che ne consegue…..Altrimenti cambiare diventa un mero ritorno al passato, ai tempi di Valletta o addirittura alla situazione delle fabbriche di fine ottocento….

  62. Cstefano il 26 August 2010 alle 5:28 pm

    I vecchi schemi a cui allude Marchionne sono vecchi perchè il limitato orizzonte culturale delle sue affermazioni non gli fa vedere prima della prima guerra mondiale .
    Quali sono le esperienze a cui fa riferimento costui ? Il modello produttivo americano ? Che nasce da una storia del movimento operaio che nessuno ci ha mai raccontatao ?
    Il modello produttivo Cinese e Coreano ? Se qualcuno vuole dirci che ,nel mondo , il modello di produzione e sociale che ha prevalso non è quello bismarkiano della nostra Europa , questo lo sapevamo già . Se costui vuole dirci che finalmente si può tornare ad un modello di gestione alla Valletta , e vuole anche dirci che quella storia della Olivetti non gli andava giù , sappiamo anche quello .
    Se poi si frega le mani e ci riprova perchè è in buona compagnia degli ex miglioristi e pooplari , allora possiamo solo chiedergli : Perchè l’ha capito solo ora ?

  63. Ettore65 il 26 August 2010 alle 4:47 pm

    Ma di quali vecchi schemi parla Marchionne, vuole forse arrivare a far lavorare i dipendenti 20 ore al giorno? O forse vuole che si vada a lavorare per 400 euro. Se di rinuncie si parla, perchè non ha evitato di distribuire i dividendi?
    Stanno saccheggiando le persone oneste. Sono cosi avidi di denaro e potere che sono dsposti anche ad arrivare allo scontro sociale. Commoventi gli applausi della platea, non so se pagata o rincoglionita, a tutti i fenomeni di governo che si sono succeduti sul palco, tutti incredibilmente d’accordo. Non vogliono le elezioni perchè sanno che le perderanno e che il loro progetto di distruzione della società si potrebbe interrompere.

  64. Enrico il 26 August 2010 alle 4:40 pm

    Non si tratta di cambiare ma piuttosto di imitare modelli contrattuali che hanno più a che fare con la Cina che non la nostra tradizione. Chi fa seriamente attività sindacale dovrebbe incalzare Confindustria e Marchionne proponendo, al contrario, nuovi schemi che guardino ai Paesi scandinavi, vero riferimento del welfare state mondiale.

  65. Ugo il 26 August 2010 alle 4:22 pm

    Questa è una dimostrazione dell’arroganza peggiore di chi con un atto di strafottenza senza pari ci viene a raccontare un sacco di fragnacce! Il pubblico che applaude evidentemente non ha mai messo il piede in fabbrica e non sa di cosa si sta parlando… evidentemente ha idee poco chiare o non ha idee! Vergogna!!!
    Questo monologo è pari ad un numero di teatro comico dell’assurdo!
    La CISL e UIL con i rispettivi segretari dovrebbero vergognarsi di essere stati lodati in pubblico da Marchionne!
    Ma in un paese come il nostro in questo momento governato dalla Mafia e dalla Massoneria non devono meravigliare queste manifestazioni, ma preoccupare perché sono il sintomo di un paese addormentato che sta per naufragare e non si rende conto che l’abisso è dietro l’angolo!

  66. Fabio il 26 August 2010 alle 4:07 pm

    IL sig. marchionne non si chiede perchè in Italia c’è paura del cambiamento?
    Forse perchè il cambiamento è sempre sulle spalle dei lavoratori,e per lavoratori intendo quelli che alle 4 di mattina si mettono in marcia per il proprio posto di lavoro,quelli che se fanno sciopero le giornate vengono detratte dalla busta paga(giustamente) e quando muoiono sul lavoro rientrano solamente in un numero di statistica(ingiustamente).
    Non ho mai visto un rappresentante “eletto dal popolo” presenziare ad un funerale di un lavoratore eccettuato quelli morti in guerra!
    I lavoratori Italiani e scrivo Italiani e non i-tagliani forse sono stanchi di tutti questi cambiamenti dai famosi governi del dopo guerra con i vari tambroni ,andreotti ecc.ecc,tutti innovativi per chi doveva tirare il barroccio ma non per loro che hanno continuato a truffare,rubare ancora oggi complici con i vertici produttivi italiani e piangere poi per la miseria in cui versano i “poveri” Italiani dimenticando che in questa situazione ci hanno messo loro ma con la nostra complicità del voto.
    Quindi se marchionne si chiede se noi abbiamo paura del cambiamento pensi a quante volte ci hanno “fregato”(non voglio essere maleducato) e faccia un esame di coscienza se si ricorda di averla.
    P.s. meno piccioli hanno gli operai e meno spendono e le auto, la fiat, le venderà agli esquimesi,magari con in omaggio le catene per la neve.
    Saluti.

  67. Boanerges il 26 August 2010 alle 4:00 pm

    Nel lontano 1920 Karel Čapek pensava che l’umanità sarebbe stata servita da degli schiavi (robot) addetti a lavori pesanti e che a lungo andare sarebbe stata corrotta dagli agi ed i robot avrebbero preso il sopravvento.
    Oggi ci rendiamo conto di quanto “ottimistica” fosse questa visione del futuro.
    I “vecchi schemi” di quando un operaio lavorava duramente ma aveva IL LAVORO non esistono più.
    I “nuovi orizzonti” dove sono solo le multinazionali a trarre enormi profitti dai robot e dalla manodopera sottocosto sono arrivati.
    I nuovi Kunta Kinte non hanno più le catene di ferro al collo e alle mani.Non vengono più deportati da navi di schiavisti senza scrupoli.I nuovi Kunta Kinte hanno catene più sottili e resistenti,quelle del ricatto delle multinazionali.E se non accettano di essere ricattati,vengono abbandonati a se stessi insieme alle loro famiglie da “uomini” senza scrupoli,che andranno a cercare altri schiavi dove abbondano.
    Quanto ha detto l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne è semplicemente disgustoso. :-c
    Si ha come l’impressione di essere solo all’inizio di un piano delle multinazionali per prendere il controllo TOTALE degli Stati e del sistema economico mondiale e da come stanno andando le cose sembra che ci stiano riuscendo.

  68. renato il 26 August 2010 alle 3:40 pm

    Il Sig. Marchionne è convinto che poiché guadagna molto sia anche capace e intelligente. non è così ! Altri “grandi” manager prima di lui hanno confermato la teoria che capacità e guadagno non sempre sono direttamente proporzionali (enel, ffss , alitalia, tirrenia, bnl , banca di roma. unicredit telecom ecc ecc ecc ). La paura vera è di una classe dirigente che da anni sputa piani industriali mirati solo al contenimento del costo del lavoro (esempio clamoroso intesasanpaolo 2007 dove i 4500 esuberi sono a malapena bastati a pagare i benefit di pochi manager ) senza alcuna innovativa idea per la produzione . Marchionne copiando la politica del piccolo “ghe pensi mi” sta portando l’azienda che lo paga ,profumatamente, alla rovina. Se lui vuole andare in Serbia o Cina o altrove a costruire pessime auto – tutti sappiamo cosa è una Fiat – vada ma non faccia come “ghe pensi mi”che prima di dire addio al bel Paese lo vuole distruggere. Le relazioni partono dalle relazioni umane cosa che Marchionne ancora, nonostante i denari che riceve, non ha capito. Come piccolo azionista Fiat io lo manderei via a calci nel sedere. Spero che gli Agnelli facciano altrettanto

  69. Ugo il 26 August 2010 alle 3:16 pm

    Questa è una dimostrazione dell’arroganza peggiore che con un atto di strafottenza senza pari ci viene a raccontare un sacco di fragnacce! Il pubblico che applaude evidentemente non ha mai messo il piede in fabbrica e non sa di cosa si sta parlando… evidentemente ha idee poco chiare o non ha idee! Vergogna!!!
    Questo monologo è pari ad un numero di teatro comico dell’assurdo!
    La CISL e UIL con i rispettivi segretari dovrebbero vergognarsi di essere stati lodati in pubblico da Marchionne!
    Ma in un paese come il nostro in questo momento governato dalla Mafia e dalla Massoneria non devono meravigliare queste manifestazioni, ma preoccupare perché sono il sintomo di un paese addormentato che sta per naufragare e non si rende conto che l’abisso è dietro l’angolo!

  70. saro il 26 August 2010 alle 3:05 pm

    Il grande manager sta usando delle armi di distrazione di massa per poter giustificare il suo grande fallimento,difatti,poche settimane fa su alcuni quotidiani a diffusione nazionale si dava la notizia della contrazione delle vendite auto, ebbene andando a vedere le percentuali ho notato un esempio per tutti, che a fronte di una media europea in calo del 26% Renault che ultimamente non se la passa propio bene perdeva il 19% mentre l’azienda del grande manager perdeva il36% quasi il doppio!!.Ora mi chiedo come si possa dare fiducia a questo signore che va a fare il ciarlatano nei vari meeting dicendo fra le altre cose delle bugie per esempio accusa gli operai di melfi di sabotaggio quando una verità giudiziaria dice il contrario, dice che vuole nuove relazioni industriali su modello europeo,e io lo invito sd iniziare ad equiparare gli stipendi FIAT a quelli del gruppo Wolkswagen,naturalmente anche i doveri e vedrà che in fabbrica non avrà quella conflittualità anni 70 che tanto angoscia sia lui,che quell’ ideologizzato nonchè incompetente del ministro Sacconi per finire con quell’anima candida di Bonanni che non si capisce se il suo compito è quello di difendere i lavoratori o di distruggere gli altri sindacati.

  71. bruno il 26 August 2010 alle 3:01 pm

    I VECCHI SHEMI DI MARCHIONNE SONO LE CONQUISTE DELLA CLASSE OPERAIA DEL SECOLO SCORSO,CHE VOGLIAMO FARE GETTARE ALLE ORTICHE TUTTO CIO CHE E STATO FATTO DELLA LOTTA PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CLASSI SOCIALI CHE SI SONO BATTUTE CON INNUMEREVOLI SACRIFICI E A VOLTE PRIVAZIONI?
    DA CLASSE OPERAIA SI VUOL FARLA DIVENTARE UNA CLASSE DI SUDDITI?PRONTI A PROSTRARSI AL COSPETTO DEL PADRONE DI TURNO?
    CHE VADA IN GERMANIA IL MARCHIONNE A SCUOLA SERALE,A IMPARARE
    COME SI PUO ESSERE PRIMI DELLA CLASSE!SONO I PRIMI ESPORTATORI AL MONDO E NON DEVONO SCENDERE A RICATTI CONTRO LA CLASSE OPERAIA,COME INVECE ACCADE DA NOI,E IN GERMANIA L’OPERAIO GUADAGNA IL DOPPIO!SARA ANCHE COLPA DI CERTI SINDACATI,DA SEMPRE SERVIZIEVOLI NEI CONFRONTI (DEI PADRONI)IN TUTTI QUESTI ANNI HANNO REMATO CONTRO GLI INTERESSI DELLA CLASSE OPERAIA.
    O SARA ANCHE COLPA DELLA GLOBALIZZAZIONE,CHI PUO DIRLO,LA LORO POLITICA INDUSTRIALE SAREBBE;PRENDERE O LASIARE,RIDUZIONE DI PAGA COME IN POLONIA,CON LA DIFFERENZA CHE LA!COSTA ASSAI MENO SOPRAVVIVERE.CE DA RIMPIANGERE I TEMPI DI VALLETTA!!

  72. Lara il 26 August 2010 alle 2:45 pm

    Vecchi schemi? Cioè? Un lavoro per poter mettere su famiglia e avere un tetto sopra la testa è questo il vecchio schema? I nostri politici e gli industriali non capiscono che è solo nelle loro possibilità quella di spostarsi spesso e cambiare ruolo senza troppi pensieri.

    Una cittadina indignata

  73. capricorn one il 26 August 2010 alle 2:42 pm

    Il “povero” Marchionne nel suo intervento a Rimini ha detto che la FIAT è ammirata e apprezzata nel mondo e viene aspramente criticata in Italia. Il Marchionne, che pure è un individuo molto intelligente, ha anche affermato di non riuscire a capire il motivo di questa differenza di giudizi nei confronti dell’ azienda che dirige. Il Marchionne fa evidentemente il finto tonto perché egli sa benissimo quali sono le motivazioni che inducono gli italiani a criticare la FIAT. E’ semplice ! Gli italiani conoscono bene, molto bene la FIAT e i suoi metodi. La conoscono dai tempi di Valletta che licenziava chi si permetteva di entrare in fabbrica con “l’Unità” in tasca. La conoscono per la “qualità” dei suoi prodotti venduti allo stesso prezzo di quello dei concorrenti. La conoscono per le scelte di Giovanni e Umberto Agnelli che hanno portato la FIAT ad un passo dal tracollo. E potrei continuare a lungo, ma penso che basti.

  74. Flavio il 26 August 2010 alle 2:39 pm

    Ritengo sia necessario che le forze politiche, sindacali, la Fiat e soprattutto i lavoratori condividano insieme le strategie future per la salvaguardia di un patrimonio italiano industriale. L’azienda deve essere considerata un tutt uno tra lavoratori, dirigenti, azionisti, creditori, unità produttive, territorio. Mi spiace constatare che sono ascoltate solo le lamentele di tre lavoratori che al momento chiedono di essere reintegrati per la loro dignità. Ma dove avevano la loro dignità di uomini quando, sicuri di essere impuniti, (perchè in Italia purtroppo i lavoratori sono ultra protetti dalle organizzazioni sindacali e dalla magistratura del lavoro) hanno bloccato le catene di montaggio mettendo a repentaglio il lavoro di altre persone e quello di un’azienda che cerca di rimanere sul mercato tentando di non chiedere ulteriori agevolazioni allo Stato? E’ necessario ristabilire equità nei giudizi:
    1) Colpire severamente le aziende quando sbagliano;
    2) Colpire anche i lavoratori quando sbagliano…. altrimenti non possiamo pretendere che il nostro Paese (lavoratori compresi) possa essere competitivo con il Mondo ed andare lontano.

  75. Salvo il 26 August 2010 alle 2:32 pm

    Penso che le parole di Marchionne lasciano trasparire ciò che la classe “dominante” vuole per il nostro futuro: meno diritti e meno salari per i lavoratori e più profitti per il ceto imprenditorial-manageriale. Ridurre la spesa per il benessere sociale e mantenere alte (se non addirittura aumentare) le imposte per i cittadini. Un Paese col cappio al collo .. ecco cosa penso sia oggi l’Italia di Marchionne&Co. .

  76. Giorgio Branca il 26 August 2010 alle 2:16 pm

    Certo che l’Italia ha paura. Almeno quella che lavora seriamente e seriamente vuole vedere riconosciuto (non garantito come dicono Fiat, Governo e i Sindacati Addomesticati che piacciono tanto ai primi due) il proprio lavoro.
    E ha paura perché sa da anni qual è il disegno di questa dirigenza politico industriale.
    E perché sa che provenendo da questa malarazza di dirigenti, manager e politici complici dello sfascio, ogni CAMBIAMENTO è in realtà PEGGIORAMENTO. E questo non può starci bene.
    Se questa malarazza non sa come uscire dalla crisi che loro stessi cavalcano, dalla globalizzazione, sempre invocata a sproposito, dall’incapacità di creare prodotti che si vendano e mercati che rispondano… se, in definitiva, non è in grado di creare ricchezza, benessere e crescita per tutti, e non solo per i propri azionisti, sulle spalle dei diritti e delle giuste aspettative dei propri lavoratori, faccia almeno una cosa buona… si levi di mezzo, se ne vada altrove a dissestare altri paesi.
    Si cerchi nuovi paradisi fiscali “no tax” (come in Serbia), dove produrre a “costo zero” per anni… Poi staremo a vedere dove riusciranno a vendere il loro inutile prodotto.
    Perché una cosa è PRODURRE (che è un costo da dover affrontare senza ledere i diritti di tutti, se non ce la fai sparisci dal Mercato… o siete solo finti liberisti?), altra cosa è VENDERE il prodotto (che è poi la vera creazione di ricchezza e di Mercato).
    Produrre sempre di più, tra l’altro colpevolizzando un’intera classe di lavoratori su cui esercitare ogni tipo di squallida speculazione, è totalmente inutile, se non si è capaci di assicurare Vendibilità al prodotto!
    E questo Fiat non sa farlo. “Punto”.
    Ha senso allora smantellare uno Stato Sociale ed un’intera Legislazione del Lavoro, per arrivare a produrre SEI Milioni di veicoli, quando Fiat non riesce a venderne QUATTRO. Coi numerini si può fare… compro Chrysler… le sue vendite diventano mie… e i numeri dicono che le vendite sono cresciute. Altro “Punto”.
    Possiamo credere davvero che questo sia un metodo per rilanciare l’industria dell’auto? Non credo sfugga a nessuno l’ipocrisia del meccanismo.
    Ma ai nostri conferenzieri di Rimini, Marchionne in testa, interessa solo far passare, complice un governo fellone, una contrattazione alternativa al Contratto Nazionale, stile Somigliano… alla “Padroni delle Ferriere”.
    Con cui ricattare Lavoratori e Indotto.
    Da estendere, in prospettiva, a tutti i settori lavorativi
    La quintessenza della “deregulation”. Siamo semplicemente e barbaricamente tornati al “mangiare questa minestra o saltare dalla finestra”.
    “PUNTO”.

    Giorgio Branca

  77. Otello Lorenzi il 26 August 2010 alle 2:16 pm

    Marchionne e la FIAT. Marchionne e la “Philip Morris”. Ma sappiamo davvero di chi stiamo parlando? I mezzi di comunicazione di massa fanno sicuramente di tutto per nascondere l’evidenza dei fatti. Eppure la realtà è sempre sotto gli occhi di tutti. Ma come dice con chiarezza Antoine de Saint-Exupéry nel suo “Il Piccolo Principe”, “non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
    Infatti, i siti ufficiali sono visibili a tutti. Per esempio, il 7 marzo 2001 la commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività criminali ha trasmesso alle Camere una “Relazione sul fenomeno criminale del contrabbando di tabacchi lavorati esteri in Italia e in Europa”. Al secondo capoverso di pagina 13 di questa comunicazione istituzionale si legge: “A fronte di 1000 miliardi di sigarette esportate dalle nazioni produttrici di tutto il mondo, ben 280 miliardi sono commercializzati nel circuito illecito gestito dai contrabbandieri, con una tendenza di crescita costante: rispetto ai 100 miliardi del 1990 il volume è quasi triplicato. Se il 30% del mercato mondiale è costituito da prodotti illegali, vi è una perdita complessiva di circa 16 miliardi di dollari (quasi 30.000 miliardi di lire) per le casse erariali dei vari Stati”.
    E’ di tutta evidenza che un’evasione fiscale di tale portata può essere attuata soltanto per iniziativa dei produttori, gestita esclusivamente attraverso la criminalità organizzata e finalizzata mediante diverse complicità politiche e istituzionali. Infatti la magistratura italiana e anche quella americana avevano già segnalato nei primi anni del Novanta il coinvolgimento diretto delle grandi multinazionali nel contrabbando. Due funzionari italiani sono restati sotto processo per anni con l’accusa di calunnia nei confronti della “Philip Morris”, per aver segnalato le evasioni fiscali di questa multinazionale. Ma pur essendo stati prosciolti da ogni addebito, perché la magistratura ha riconosciuto la fondatezza delle loro accuse, le diverse commissioni parlamentari che sono state investite del problema del contrabbando hanno partorito soltanto fumose relazioni. Che pur riconoscendo i fatti, si sono limitate ad accusare genericamente una ancora più generica criminalità, senza attuare concrete indagini sulla multinazionale del tabacco. Pur se è evidente che la “Philip Morris” può essersi imposta in Italia solo attraverso il contrabbando, ed evadendo il fisco per decine di miliardi di dollari.
    Sul sito del Ministero degli Affari Esteri, alle sezioni sequenziali “Informazioni”, “Politica estera”, “Organizzazioni Internazionali”, “Fondo Monetario Internazionale”, si apprendono molte cose interessanti: fra le quali, il fatto che la funzione principale del FMI è quella di “sorvegliare” sulle politiche economiche di tutti i paesi membri. Questo significa con ogni evidenza che esiste concretamente un governo mondiale che agisce attraverso il Fondo Monetario Internazionale, ma l’opinione pubblica del pianeta non se ne rende conto.
    Il perno della precettistica economica del FMI è noto da decenni: condizione primaria per la crescita economica è un alto tasso di disoccupazione, perché esso determina flessibilità e abbassamento continuo del costo del lavoro. Una semplice riflessione è sufficiente per comprendere la palese paradossalità di tale precetto: la crescita economica comporta l’aumento dell’occupazione e dei salari; perciò lo sviluppo economico sarebbe possibile soltanto impedendolo attraverso politiche di restrizione. Infatti è noto che le cure del FMI non hanno aiutato alcun paese a crescere economicamente. Ma non bisogna liquidare la questione limitandosi a farne una questione di assurdità teorica: il Fondo Monetario Internazionale regola concretamente la vita economica di tutte le nazioni. Il machiavellismo del FMI consiste nei diversi significati che si fanno assumere ai termini “crescita” e “sviluppo”.
    L’analisi complessiva della situazione economica nei paesi occidentali mostra un dato di fatto incontrovertibile: tutte le nazioni sono in costante decrescita dal 1970, mentre erano cresciute molto nel ventennio precedente, soprattutto per la necessità di ricostruire quanto era andato distrutto nella Seconda Guerra Mondiale. Al contempo, da quarant’anni a questa parte, i profitti e le ricchezze private si sono incrementati a dismisura, in modo assai più esorbitante che negli anni fra il 1950 e il 1970. La massima parte della ricchezza mondiale è ormai appannaggio di un’esigua minoranza. Risulta perciò evidente che il continuo incremento della ricchezza di questa minoranza non può coincidere con la crescita della società nel suo complesso, per la semplice ragione che lo sviluppo economico comporterebbe un aumento del potere contrattuale delle forze del lavoro, e dunque dei salari. Uno scenario siffatto eroderebbe significativamente gli enormi profitti derivanti dal finanziamento bancario privato dei consumi dei cittadini. Non esiste perciò un significato inequivocabile delle parole “crescita” e “sviluppo”, così come non esiste differenza fra la figura dell’”imprenditore” e quella del “finanziere”. Le multinazionali e le banche mondiali sono nelle mani di “imprenditori” che si occupano eminentemente di business finanziari.
    La “Philip Morris, dicevamo. Nell’organigramma dirigenziale della multinazionale si legge che “Mr. Sergio Marchionne is a Director of Philip Morris International Inc. since 2008”. L’amministratore delegato della FIAT conosce dunque bene le regole basilari del business finanziario. Sa che i finanziamenti pubblici, destinati dai diversi governi alla presunta innovazione e agli investimenti, servono in realtà alla speculazione finanziaria e immobiliare (le vaste aree su cui sorgono gli stabilimenti ceduti sono edificabili; la costruzione di nuovi stabilimenti è un ottimo pretesto per lottizzare terreni agricoli e renderli edificabili). Sa che, per giustificare agli occhi di un’opinione pubblica sempre più narcotizzata la continua appropriazione di denaro pubblico, bisogna raccontare la storia di sempre: il povero imprenditore volenteroso derubato da lavoratori irresponsabili e fannulloni.
    L’improduttività dello stabilimento di Pomigliano d’Arco è una leggenda nata quarant’anni fa, quando l’”Alfa Romeo” era ancora proprietà dello Stato italiano, e molto prima che il presidente dell’IRI del tempo, Romano Prodi, la cedesse alla FIAT, a titolo praticamente gratuito. Anzi, perché si ponessero le basi per ulteriori giustificazioni allo sperpero di denaro pubblico versato a beneficio dell’azienda torinese. Infatti, lo stabilimento di Pomigliano è servito alla FIAT soprattutto per dislocare i ferrivecchi, gli impianti che non servivano negli altri stabilimenti del gruppo. E per ricevere contemporaneamente tutti i sussidi possibili e immaginabili in nome dello “sviluppo del Sud”.
    Il fatto è che a Marchionne e al ministro Sacconi, che gli tiene bordone, interessa poco questo sviluppo, che peraltro ogni governo sbandiera artificiosamente da più di un secolo. Il vero significato della “flessibilità” tanto invocata da questi nobili personaggi è “business”. Infatti alcuni progetti di legge del ministro Sacconi sono volti alla privatizzazione degli ammortizzatori sociali, con il finanziamento, tanto per cambiare, proveniente da altri contributi a carico dei lavoratori e da incentivi fiscali. Quindi i sussidi di disoccupazione verrebbero affidati alla gestione di privati, i quali si occuperebbero anche di “finanziare i consumi”: in poche parole, di prestare soldi a strozzo ai disoccupati. Si comprende bene dunque perché un alto tasso di disoccupazione sia, secondo il Fondo Monetario Internazionale, indispensabile per garantire la crescita economica: quella degli imprenditori finanzieri, appunto.
    Queste informazioni sono tutte pubbliche, come i bilanci dell’INPS e dell’INPDAP, enti tanto bistrattati ma vere galline dalle uova d’oro per gli affaristi. Purtroppo gli occhi non vedono. E i cuori sono attratti ormai solo da veline e isole dei famosi.

  78. Anonimo-Italiano il 26 August 2010 alle 2:14 pm

    Quali sono i vecchi schemi di cui parla? La tutela dei diritti dei lavoratori o la possibilita’ di trasferire le fabbriche all’estero lasciando i lavoatori italiani a spasso. L’europa unita si rivela sempre di piu’ una fucina di disoccupati a ovest e sfruttati a est. E’ forse questo che vogliono gli industriali, la possibilita’ del ricatto legalizzato ai danni della classe lavoratrice. Se siamo arrivati a questo punto dobbiamo anche ringraziare la perduta coscienza sindacale del popolo italiano che da 15 anni ragiona e pensa come Berlusconi, io mangio e il resto puo’ andare a farsi benedire.

  79. ANTONIO CORAPI il 26 August 2010 alle 2:12 pm

    MONTEZEMOLO, MARCHIONNE, MARCEGAGLIA
    UN NUOVO PATTO SOCIALE SI
    FONDATO SU INDUSTRIA SI
    MA UTILI E – SOPRATTUTTO GESTIONE –
    DEVE ESSERE CONDIVISA E SOLIDALE CON I LAVORATORI

    Sono di fronte a tutti i disastri causati dall’imperativo bellico: se gli Stati Uniti non esportassero dappertutto la loro industria bellica non sarebbero primatisti mondiali.

    Il nuovo patto sociale quindi invocato da Marchionne e per certi versi da Montezemolo e da Marcegaglia deve essere fondato sulla vita: l’industria che non ha come fondamento la vita non ha nessuna speranza.

    L’industria nella catena esistenziale rappresenta un anello che ha bisogno del consumo. In natura le dosi si riconoscono: una mela è una dose. Se la mela non c’è c’è la pesca. Nell’industria non basta produrre occorre poi consumare. Automobili mine antiuomo armi belliche sporche devono essere smaltite. L’industria quindi è proprio quel drago con sette teste che ingoia il bimbo mentre una donna vestita di sole partorisce.

    L’industria affascina nasce da desiderio diabolico moltiplicativo di tutto: potere, denaro, lusso. Non esiste mai una misura: una dose. Ha una legge espressamente MATERIALE quindi vanità pura non abbiamo mai visto il famoso albero nella piazza dei miracoli da cui pendono le banconote da 500 euriii.

    Quindi questi tre signori e il Mangiafoco – Tremonti – che li amministra, ben devono rivedere il loro concetto di finanza ETICA, di industria COMPETITIVA, di scelte sul fronte GLOBALE.

    Il loro sogno GLOBALE cesserà il giorno che non ci sarà più ACQUA per l’acciaio, AMBIENTE per le scorie di tutte le cose inutili con cui riempiono milioni di metri quadri di centri commerciali con carrelli sempre più grandi per sempre più cose di una superfluità unica: basta sentire tutti i giorni quella litania del “beato chi so fa il sofà”! Ma per carità!

    Ma il loro sogno cesserà ancor prima quando non avrà più consistente sostanza la vera necessità per l’industria: ATTIVITÀ cioè disponibilità. Il mercato ha una legge chiara e fondamentale: tu puoi produrre il miglior pecorino romano o la migliore punto-evo ma se non commercializzi in modo distribuito sul territorio (federalismo) non vai da nessuna parte; in natura la pera o la mela in più marcisce e ritorna nel ciclo naturale; nel mondo materiale devi rottamare e se devi rottamare l’economia è già DROGATA.

    E infatti Marchionne non vuole fare i conti con la realtà. Tutto intorno il “belpaese” è una discarica di tutto, di più. Camminando da per tutto, in città, in campagna, al mare: non si vedono altro che vecchie carcasse d’auto da rottamare. Frigoriferi da rottamare. C’è pure un bel conto aperto per la Marcegaglia. Ai bordi di strade, di prati, di fiumi, di canali: si intravedono spesso reflui da demolizioni edilizie, amianto sospetto e quant’altro.
    Per quanto riguarda Tremonti la finanza ETICA non è quella di abolire il codice dei lavoratori, la sicurezza, ecc. ecc. La finanza ETICA è la valutazione continuativa se le attività che vengono finanziate contribuiscono a mantenere INALTERATI livelli di tutte le risorse ambientali indispensabili per SOPRAVVIVENZA della filiera naturale negli anni settanta e sessanta giusto che li han nominati rispettivamente Sacconi e Marchionne non c’era consapevolezza che petrolio, industria, progresso, fossero ingredienti antitetici tra loro e cioè che facessero degradare in modo grave natura e altre risorse connesse.

    E inutile poi che questi signori insistano nel loro protagonismo. Occorre radicare il federalismo quindi passare da leadership ad una sola voce a leadership a più voci in modo da passare da un capitalismo ottuso occlusivo occidentale superato ad un collegiale condiviso solidale esistenzialismo pieno e globale.

    Per dirla con una sola parola: il capitalismo di Marx è finito e comincia il mondo nuovo condiviso e solidale e quindi il contrattuale continuo oltre che globale e si chiama esistenzialismo che se vogliamo renderlo positivo benefico pervaso di fede occorre sicuramente andare OLTRE Kierkegaard e restituire una fede universale (giustamente come dicono i VESCOVI porre al centro la PERSONA): tele-lavoro per non vedere i lavoratori e tele-comando per non sentire Marcegaglia Montezemolo e Marchionne che, istruiti in tempi non sospetti da professori che parlavano con la lavagna, sono ora loro a parlare con sé stessi (neppure con la lavagna!) per convincere loro stessi già di loro poco convinti e non alle persone. È questa la paura “kierkegaardiana” e questa paura è di Marchionne, classica paura di perdere e al tempo stesso di chi vede chiaro che non può continuare né 10, né 100, tantomeno 1000 milioni di “panda” !!! ma chi dovrebbe comprarle? Le foche?

    « Ci sono uomini il cui destino deve essere sacrificato per gli altri, in un modo o nell’altro, per esprimere un’idea, ed io con la mia croce particolare fui uno di questi. »

    (Søren Kierkegaard)

  80. giorgio il 26 August 2010 alle 2:04 pm

    Tutte le inovazioni vengono viste come spauracchio specie nei settori dove esiste protezionismo, lobbie, ecc. ecc.
    Oltretutto in Italia i sindacati hanno speculato sulle spalle dei lavoratori. Hanno spesso sostenuto gli incapaci, i fannulloni perchè generalmente con la “lingua lunga..” si sono fatti strada a scapito delle persone preparate, corrette, oneste e “taciturne…”.

    Bravo Marchionne spero che non riescano a tarparLe le ali e che prosegua nel dare l’esempio a molti imprenditori che non hanno avuto il coraggio di creare innovazione non solo di prodotto ma anche e sopratutto di “mentalità aziendale” in tutti i sensi ed a tutti i livelli.

    Giorgio

  81. strato il 26 August 2010 alle 2:03 pm

    La Fiat, mi sembra chiaro, sta cercando il pelo nell’uovo per crearsi un sistema contrattuale tutto suo. La cecità di questa gente che cerca “solo” il profitto, calpestando tutto e tutti, non le permette di capire che se i propri dipendenti percepiscono uno stipendio buono c’è da aspettarsi che comprino tra le altre cose anche un’auto Fiat. Ma oggi gli operai sono considerati soggetti che a stento debbono potersi “sfamare” e basta. Poi ci si lamenta del crollo del mercato dell’auto. Questa generazione di operatori MIOPI è frutto dell’epoca del LOOK, dell’atteggiamento privo di contenuti e fatto solo di facciata. Il discorso vale anche per tutte le altre aziende italiane che sono felici di sfruttare e sottopagare le maestranze, ma sono pronte a lamentarsi per l’assenza del “mercato interno”. Bisognerebbe rileggersi quell’apologo di Agrippa che è stata la prima (e forse unica) mediazione tra lavoratori e padroni degna di questo nome. I datori di lavoro vogliono evadere tasse e contributi, corrispondere ai dipendenti quello che vogliono, assumere e licenziare a proprio comodo. La Grande FIAT si mette a giocherellare con la legge quando potrebbe ottemperare a quanto prescritto nella sentenza in attesa dell’esito del ricorso presentato. Se poi c’è la difficoltà economica da affrontare, per quella esistono i contratti di solidarietà…. Invece no; essa preferisce altre strade per crearsi un precedente al fine di abbattere l’attuale sistema contrattuale ! Il Governo rimane “inerte”, come sempre, almeno finché Berlusconi non abbia risolto a modo suo i suoi problemi con la giustizia… Marchionne ragiona solo con i “profitti” davanti agli occhi… Ed i lavoratori debbono far fatica per portare a casa il “minimo” per la sopravvivenza…

  82. felicetta Lombardi il 26 August 2010 alle 1:59 pm

    A me sembra , il voler scaricare sugli operai e sugli cittadini la loro inefficienza come dirigenti

  83. rita il 26 August 2010 alle 1:43 pm

    ma quale cambiamento ha in mente marchionne? a occhio e croce il modello che ha in mente è quello schiavistico, uno schema vecchio (ahinoi!) come la storia umana

  84. Geremy il 26 August 2010 alle 1:20 pm

    privatozzano, licenziano e spingono sul precariato e la lotta tra poveri; eppure hanno il coraggio di chiamarla paura del cambiamento. Nazionalizziamo la Fiat e cacciamo i Marchionni di turno; queste persone sono gli artefici del precariato.

  85. Angelo 48 il 26 August 2010 alle 1:16 pm

    Penso che mano a mano che lasciamo i vecchi schemi ci stiamo ritrovando sempre più nella m…a

  86. felicetta Lombardi il 26 August 2010 alle 1:15 pm

    8) per me investire , vuol dire immettere soldi su prodotti nuovi, in ITALIA sono state create macchine elettriche? e sono stati investiti soldi per far postazioni elettriche per ricaricare le batterie.?
    “Il Piano nazionale per la Mobilità Elettrica vede coinvolte case automobilistiche,
    Università e centri di ricerca, Stato e Amministrazioni pubbliche.
    Previsto un milione di vetture elettriche in circolazione nel 2020 e
    nel 2050 ci saranno soltanto veicoli elettrici su strada”
    http://www.notiziariofarnesina.ilsole24ore.com/archivio_newsletters/Newsletter_23102009.pdf

  87. mario il 26 August 2010 alle 1:12 pm

    ..ma mi sembra che sia lui a non voler lasciare vecchi schemi, si sta comportando come un industriale di cento anni fa.
    “zitti tutti ! qui comando io!”

  88. Primo Muterbo il 26 August 2010 alle 1:11 pm

    Ha detto bene Barozzino, l’operaio di Melfi: la lotta di classe non solo continua, ma a farla sono soltantoi padroni!
    Marchionne ha tutte le ragioni per esprimersi con quel tono da pretino abbacchiato e offeso che però usa parole di pietra e acciaio: lui rappresenta (È)il padrone. E i padroni non sono mai stati teneri con i propri sottoposti, dal tempo di Assurbanipal fino a Romiti. Quindi il suo punto di vista è inattaccabile: vuole una fabbrica a misura di profitto, ha il diritto di pretenderla, visto che rappresenta il capitale (di rischio, salvo i faraonici aiuti pubblici).
    Tutti, però, conosciamo bene le occasioni nelle quali i padroni non hanno avuto il coraggio né la possibilità di fare la voce così grossa. È capitato quando i signori avevano paura, tanta paura. Quando avevano una pistola puntata alla fronte o, quasi peggio, al portafogli. Se hanno paura – e non mi sembra questa l’epoca – anche i più truci tra i padroni diventano immediatamente sorridenti e collaborativi.
    Così come, dunque, i tanti marchionni di questo mondo hanno il diritto di utilizzare tutti gli strumenti che hanno a disposizione (il ricatto, la minaccia, il ricorso ai carabinieri,…), altrettanto potrebbero (dovrebbero?) fare i sottoposti… à la guerre comme à la guerre, no?
    PM

  89. felicetta Lombardi il 26 August 2010 alle 1:08 pm

    Ho delle domande da porre.
    1) Cosa significa per Marchionne vecchi schemi?
    2) Non è possibile definire vecchio schema anche quello di dire che sono i lavoratori a non far crescere l’industria?
    3) Non era la Cina, paese Comunista, a ritenere gli scioperi dannosi?
    4) Qual’è il mercato a cui veranno vendute le auto ITALIANE?
    5) Non sarebbe più utile chiedere di togliere le tasse dal LAVORO ed aumentare lo stipendio agli operai, diminuendo l’orario di lavoro. Per creare il patto sociale che il signor Marchionne chiede?
    6) Non sarebbe più utile spostare le tasse sul prodotto finito e no sulle industrie, per rendere compettitiva l’industria Italiana?
    7) se si spostassero le tasse sul prodotto finito l’incidenza della mano d’opera non sarebbe illusoria sul mercato, ed i nostri prodotti non potrebbero meglio competere con quelli delle economie emergenti?
    8) Ed infine, l’uomo non dovrebbe lavorare per vivere e no vivere per lavorare??????????

  90. noncicredo il 26 August 2010 alle 1:00 pm

    Incredibile la faccia tosta di questi nuovi gerarchi (o se vogliamo vassalli), chiamare cambiamento il tentativo (che nella apatia totale della gente si sta avverando) di riportare l’orologio dei diritti e dell’emancipazione al medioevo.

    C’è l’aiuto più o meno silenzioso delle gerarchie della chiesa, ma ciò che più mi spaventa è la quiescenza di questa (ormai pseudo) sinistra fatta, questo sì, di personaggi sinistroidi.

    Sullo spauracchio della crisi mondiale, stanno passando ideologie di restaurazione che di moderno hanno solo le parole usate.

    Quanti anni e quanti martiri, ci vorranno poi, per riportare avanti l’orologio del progresso e delle libertà dell’uomo!

  91. sancho il 26 August 2010 alle 12:55 pm

    Ed occorre che le vittime si sentano colpevoli, affinché il gioco sia perfetto

    Si è arrivati al punto di pretendere che le vittime amino i propri carnefici e bramino il loro sterminio!

    A quei signori che hanno applaudito calorosamente il discorso di marchionne, vorrei dire:

    Voi non c’entrate proprio nulla con Gesù Cristo e la sua Chiesa!
    Ve ne dovete andare! E prima ve ne andate e meglio è!
    “Io non vi conosco …”

  92. sancho il 26 August 2010 alle 12:46 pm

    Visto che non c’è più la morale, marchionne introduce una nuova etica: “l’etica del cambiamento”!

    in realtà, non è lui che la introduce! Ha degli illustri predecessori ed, in ultimo, proprio Obama, il più amato del pianeta: Change, hope, yes we can!
    Intendendo e sottintendendo il cambiamento sempre come un fatto positivo!
    Nella fattispecie, il cambiamento si intende come accettazione, anzi bramosìa, dell’autosterminio, della rinuncia alla dignità umana, dell’umanità da sacrificare, sia quantitativamente che qualitativamente, sulll’altare della logica della globalizzazione assassina dei banchieri! Si lamenta della ritrosia di qualche frangia della società italiana, ancora legata a vecchi schemi umanistici ormai superati dalla storia; alla legge morale, al rispetto della vita umana e della sua dignità. Si stupisce come ancora gli “inutili” alla logica del mercato non si siano ancora tutti felicemente suicidati!:-)

  93. mario il 26 August 2010 alle 12:39 pm

    Ha ragione Marchionne,
    è ora di finirla con questi pseudo sindacati, bravi solo a proteggere i propri privilegi.
    chi fa i danni deve andare a casa, e soprattutto di questi fasciocomunisti minoranza che vuole dettare legge alla maggioranza.

  94. Petrus 2010 il 26 August 2010 alle 12:36 pm

    ma si, ha ragione Marchionne.
    Brunetta non sa che i comuni sono aziende semiprivate dove vi sono uffici e persone che devono sgobbare non poco per produrre, se no i contributi regionali non arrivano e prima o poi si chiude. Da noi è molto cambiato da qualchè anno a ‘sta parte, tanto che non si rsipettano i livelli poichè i livelli mediobassi son chiamati a svolgere masioni medi se non medioalti ma la paga, al contrario di cìò che succede nel privato, sono sempre quelli del tuo livello di appartenenza, anzi, finisce che chi piu produce meno riceve e spesso la sua pagella, chi sa come, ha un punteggio basso.
    Questo è il pubblico impiego oggi, lontano mille miglia dai discorsi di herr Brunetta che vive su un altro pianeta.
    E’ chiaro che il lavoratore dipendente avrà sempre meno diritti, questa è la percezione di molti
    P.G.

  95. Nat Mastropietro il 26 August 2010 alle 12:24 pm

    Davvero non ho più parole…..solo chi accetta la degradazione e la sottrazione dei diritti và verso il progresso?E’ così che la vita di noi tuitti sarà migliore?Meglio emigrare….davvero…non ho più parole…


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