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Guerra e pace

30 / 4 / 2011

Intervento umanitario. Salvare Misurata. Non si può trattare con un dittatore sanguinario come Gheddafi. Non bombe ma missili intelligenti. Lo tsunami dei migranti sulle coste di Lampedusa.
La guerra di Libia va avanti senza apparenti sbocchi né soluzioni diplomatiche all’orizzonte, in un rincorrersi di affermazioni difficilmente verificabili, spesso condizionate da logiche di politica interna.

Quale strada per arrivare alla fine del conflitto?

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Berlusconi inaugura la ‘sterilizzazione preventiva’ del referendum dicendo chiaro che l’intento del Governo è riproporre la questione nucleare quando “l’opinione pubblica sarà più consapevole” e meno turbata emotivamente dal disastro di Fukushima.
Le opposizioni urlano allo scippo e denunciano “la truffa”.
Ora “la Corte di Cassazione non potrà che confermare il referendum poiché l’intento del Governo è fraudolento”, avverte Francesco Rutelli.
“Moratoria di buon senso” sulla scia di quanto già deciso da altri Governi, come quello tedesco, o altro conflitto istituzionale in vista con annesse scorie politiche?

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Contrordine. Berlusconi decide “azioni aeree mirate” contro Gheddafi. La Lega insorge, sembra che Bossi non sia stato informato e annuncia che voterà contro, ma il ministro degli Esteri Frattini fa sapere che il voto in parlamento non è necessario, perché le bombe rientrano nella risoluzione dell’Onu. C’è da temere la reazione di Gheddafi?

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Francesca Comencini presenta il suo nuovo romanzo “Famiglie” edito da Fandango libri, un affresco potente e controcorrente sul nucleo familiare in un paese che ancora oggi considera la famiglia un fondamento chiuso sancito dal vincolo matrimoniale e dai rapporti di sangue.

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Remigio Ceroni, deputato del Pdl, ha presentato una proposta di legge per cambiare l’articolo 1 della Costituzione.

Oggi recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Ceroni lo vorrebbe così:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale”

L’Italia diventerebbe una Repubblica fondata sulla “centralità del Parlamento” che assumerebbe un’importanza maggiore rispetto al capo dello Stato. Semplice folklore o serio pericolo?

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