Il prezzo di un no
16 / 6 / 2010
Per Emma Marcegaglia il ‘no’ della Fiom all’accordo per Pomigliano “è incredibile”, perché posto “davanti a un’azienda che va contro la storia prendendo le produzioni dalla Polonia e riportandole in Italia, e che investe 700 milioni di euro”. Per la Fiom, non si può sacrificare tutto, anche diritti dei lavaoratori, sull’altare della crisi. E allora, ‘no’ allo straordinario ‘obbligatorio’ triplicato a 120 ore annue, ‘no’ alla possibilità per Fiat di annullare la mezz’ora di pausa mensa, o i giorni di riposo, “per recuperi produttivi anche dovuti a non consegna delle forniture”; ‘no’ al mancato pagamento della malattia, da contratto a carico dell’azienda.. e così via. In Canada, per difendere il posto gli operai Chrysler hanno accettato condizioni peggiorative rispetto all’ultimo contratto: meno bonus, più turni, meno garanzie per sanità e pensioni.
Aspettando il voto dei lavoratori campani, il caso Pomigliano ci interroga tutti: di fronte alla crisi, mentre gli statali vedono congelati gli stipendi, nel settore privato le aziende premono per abbattere costi e aumentare produttività, in uno dei Paesi dell’area Ocse (già prima della recessione) con i più bassi aumenti salariali negli ultimi anni (dati Banca d’Italia). La ripresa, debole, sembra non portare molti nuovi posti di lavoro.
Il prezzo della crisi è un lavoro più duro? Più vicino agli standard di paesi ’emergenti’ ? La scarsità di posti di lavoro in tutta Europa indebolirà il sindacato?
La Rai che vuoi tu
14 / 6 / 2010
La lettera aperta del segretario del Pd Pier Luigi Bersani riapre il dibattito sul futuro della Rai. Azienda che tutte le forze parlamentari sembrano voler liberare dall’ingerenza dei partiti per un rilancio che la renda più competitiva sul mercato. Bersani propone un amministratore delgato con ampi poteri e un cda nel quale entrino anche Regioni e Comuni. Una soluzione che per i Radicali non rimuove il “controllo partitocratico della Rai, semmai lo diluisce nei centri di potere locale”.
Riaffiorano progetti di privatizzazione, ridimensionamento, riforma sul modello Bbc.
E tu, come vorresti la Rai?
L’inno negato
14 / 6 / 2010
E’ bufera sul governatore del Veneto Luca Zaia che in occasione dell’inaugurazione di una scuola nel trevigiano ha fatto eseguire il Va’ Pensiero di Giuseppe Verdi, inno ufficiale della Lega, anzichè l’inno di Goffredo Mameli. Insorgono gli ex di An: “Oltraggio alla nazione”. Ma Zaia replica: “Balla colossale. Fosse vero, sarebbe una roba da impeachement”. Molti testimoni confermano l’accaduto.
Che cosa ne pensate del dibattito che si è creato?
Governare è un inferno?
9 / 6 / 2010
Per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi “governare con questa Costituzione è un inferno”. Per Umberto Bossi la Carta va cambiata perché è vecchia. Per il leader del Pd Pierluigi Bersani “il premier ha giurato su questa Costituzione, se non gli piace vada a casa”. Per Angelo Bonelli, dei Verdi, “Berlusconi è il nuovo Benito Mussolini: le sue parole sono un vero e proprio attentato alla Costituzione italiana che è nata dalla lotta di liberazione e dalla resistenza al nazifascismo”.
Ma governare in Italia con un’ ampia maggioranza parlamentare è davvero “un inferno” per motivi di assetto istituzionale o piuttosto per ragioni ‘politiche’? E pensare di cambiare l’art.41 della Carta, piuttosto che altri, è davvero un attentato alla Costituzione, che prevede e descrive procedure di modifiche costituzionali?
Referendum sui grattacieli
9 / 6 / 2010
A primavera “un blocco di referendum” chiamerà i romani a pronunciarsi “su scelte importanti per la città, tra cui l’idea di far crescere in altezza le periferie”. L’idea del sindaco della capitale Gianni Alemanno, che la riqualificazione delle periferie passi anche dai grattacieli, fa discutere non solo Roma, che recentemente ha guadagnato attenzione internazionale con l’inaugurazione del Maxxi, il Museo nazionale di arte contemporanea. Per anni condannate all’immobilismo in nome della tutela del patrimonio urbanistico (e di interi quartieri nati abusivi), alcune fra le maggiori città italiane, non solo Roma (basti pensare alla Milano che prepara l’Expo), sembrano ritrovare voglia di creare, cambiare, crescere.
Anche attraverso grattacieli più alti del Cupolone?
Cosa manca di più, oggi, alle nostre città?