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Calcio e crisi

6 / 6 / 2010

E’ giusto che anche il mondo del calcio partecipi ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi”. E’ la proposta che il ministro Roberto Calderoli rivolge alla Figc e alle società. “In vista dei Mondiali faccio appello alla Figc affinchè gli eventuali premi che spetteranno ai calciatori vengano ridimensionati rispetto alla crisi – spiega Calderoli – Anzi sarebbe un bel gesto se calciatori e Federcalcio ne devolvessero parte a titolo onorifico”. Cosa ne pensate?

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Come slogan dello sciopero e della manifestazione di venerdì 4 giugno abbiamo scelto le parole usate da Elio Germano in una nostra intervista, in occasione della premiazione a Cannes come miglior attore protagonista. E’ la stessa domanda che ci hanno rivolto migliaia di utenti che dal 18 maggio non riescono più a vedere il canale all-news della Rai.

E’ il nostro modo per dire che il 4 giugno alle ore 10 saremo davanti a Viale Mazzini non solo a tutela del nostro lavoro di giornalisti, ma anche in difesa degli utenti e del loro diritto ad essere informati, in difesa della Rai e del ruolo e della credibilità del servizio pubblico radiotelevisivo.
Per questo motivo abbiamo invitato al presidio gli utenti, le associazioni, i movimenti, le parti sociali e politiche, che in questi giorni ci hanno manifestato il loro sostegno.

…che fine ha fatto Rainews24?” è – però – la domanda che da mesi ormai anche noi giornalisti del canale all-news poniamo alla Rai: che fine ha fatto Rainews24 nei progetti aziendali, negli investimenti aziendali, nelle priorità aziendali?

In questi giorni colleghi, amici, utenti, ci hanno chiesto: quali sono le vostre rivendicazioni?
Semplicemente essere messi nelle condizioni di poter svolgere al meglio il nostro lavoro di giornalisti dell’all-news del servizio pubblico.
Chiediamo le risorse e i mezzi necessari per dare una informazione completa, puntuale e tempestiva.
Chiediamo che non accada mai più – ad esempio – che il canale all-news della Rai non possa dare in diretta la conferenza stampa di dimissioni di un ministro della Repubblica perché non ha i mezzi necessari.
Nel mercato delle all-news dove già oggi c’è un forte e ricco competitor privato come Sky e ben presto ne arriverà un altro come Mediaset, il servizio pubblico deve investire di più e meglio. Nell’interesse di Rainews24. Della Rai. E degli utenti.

Quindi, a quanti – come noi – credono nel ruolo del servizio pubblico e vogliono una Rai più forte, chiediamo di venire venerdì 4 giugno alle ore 10 davanti a Viale Mazzini 14.

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Boomerang israeliano

31 / 5 / 2010

Prima ancora che il governo israeliano riesca a fornire prove convincenti delle armi a bordo della flottiglia diretta a Gaza, la strage al largo delle coste della Striscia rischia di comportare un costo politicamente elevatissimo per Israele: rivitalizzata Hamas; riattizzata la brace dei fondamentalisti nei Territori; acutizzata la crisi diplomatica con la Turchia; rianimata una Lega araba a lungo divisa e silente; stimolato lo ‘shock’ del segretario generale Onu; guadagnata la condanna dell’Ue per l’uso sproporzionato della forza; appiccato il fuoco alla miccia sempre disponibile dell’Intifada palestinese…
Sullo sfondo, la preoccupazione dell’amministrazione Obama per l’evolversi dello scenario medio orientale.

Quali inziative chiedere, ora, al Governo italiano e all’Unione europea? Quale futuro per una Regione a poche ore d’aereo dall’Italia?

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Alla vigilia dei mondiali di calcio in Sudafrica l’annuncio che il prossimo ct della nazionale italiana, dopo Marcello Lippi, sarà Cesare Prandelli, ex allenatore della Fiorentina.  Secondo voi era il momento giusto?

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Il tornante della storia

26 / 5 / 2010

La crisi economica che viviamo è “un tornante della storia” più che una “congiuntura economica”, dice il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ma alla curva più difficile, quella che mette in discussione la stessa esistenza dell’euro, l’Europa sembra rispondere essenzialmente con una probabile stagnazione ‘decisa a tavolino’: bisogna riportare i bilanci entro i parametri di Maastricht (sì, proprio quelli del Patto di stabilità definito da fonti autorevoli “stupido”) , anche a costo di tagli al Welfare, di meno investimenti su formazione e istruzione, di compressione dei consumi: insomma, anche rischiando di soffocare quel poco di ripresa in arrivo.
L’Italia, che pure ha chiuso tutti gli ultimi bilanci ‘in nero’, ha il ‘peccato originale’ del debito pubblico decollato negli anni ’80 (quando era equivalente al 40% del Pil) e non controllato fino ai primi anni ’90 (quando ormai era pari al 115% del Pil): una tara che grava come un’ipoteca su qualsiasi Governo.

La ‘cura tedesca’ adottata da tutti i paesi europei con misure di austerity che incidono su pubblico impiego, pensioni, tassazione indiretta… è quella giusta per uscire più forti dal tornante?

http://www.nytimes.com/interactive/2010/04/06/business/global/european-debt-map.html?ref=business

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